Ciao!
Mi presento: sono Stress Feriale.
Per gli amici “Stressy”.
Ho un calendario preciso: entro in funzione quando tu vai in VACANZA. Nel momento preciso in cui tu stacchi la spina, ecco che arrivo io. Sono programmato per questo.
Tu dici VACANZA, la tua azienda CORPO&CERVELLO1 sente “vuoto” e mi avverte. Se poi sei di quelli che non si affidano ad Alpitur e ti piace fare tutto da solo, beh… “Incertezza” ha il mio numero diretto e mi chiama in men che non si dica.
E io mica mi faccio pregare troppo. Arrivo subito.
Sono la sanguisuga che te la rovina la vacanza, quella che ti segue come un’ombra e ti fa pentire di esserti alzato dalla scrivania. Di essere andato al mare, in montagna, a trovare i parenti e/o gli amici al sud, al nord, ovunque si trovino.
Ma non illuderti, io ti attacco anche se e quando resti a casa. Dovunque tu vada o resti, se non stai lavorando, io - lo Stress Feriale - esisto per farti sentire malissimo.
Sono quello che appena esci dalla tua routine, ti fa venire mal di testa. Ti fa provare ansia e frustrazione e frustrazione e ansia (per le cose lasciate a metà prima di chiudere, e per quelle che dovrai fare non appena ritornerai al lavoro).
Sono quello che anche se credi di non pensarci, ti ricorda che non hai raggiunto il budget e che ci sono 12.452 email nella tua casella di posta. Oggi, perché domani saranno 13.003…e quattro e cinque e sei…
Sono il demone che ti fa fare la partenza intelligente e come a te, pure agli altri, fino a inchiodare tutti quanti in autostrada per ore.
Sono quello che ti scatena la polemica fino a farti diventare una BRUTTA PERZONA. Sono quello che peggiora il tuo umore, che ti rende irritabile, irascibile, intollerante.
Sono il parassita che ti fa litigare con chi hai intorno: compagni di vita, di viaggio, di piazzola, all’improvviso tanto vicini da esserlo un filo troppo.
Non lavoro da solo.
Nel mio team, durante le ferie, entrano una serie di lavoratori a chiamata per facilitarmi il compito.
Ti presento Stitichezza, quella che arriva puntuale come un orologio svizzero ogni volta che ti allontani dal tuo bagno…e te ne fa pentire.
Con Stitichezza, ecco Nostalgia del Water: perché sai che nessuno è come lui.
Ti introduco Diarrea e Dissenteria, gemelle sulla scala Bristol, grandi appassionate del Mar Rosso, che viceversa ti costringono a trovare la prima turca/il primo cespuglio disponibile.
La scala Bristol - è quell’utilissima misurazione che se la conoscessi, ti permetterebbe di classificare le tue macchine dall’uno al sette.
Ecco poi Insonnia, nel cui gruppo operativo militano Sonno Agitato, Orologio biologico in tilt, Pensiero Funesto, Sudorazione Notturna, Sindrome delle gambe agitate e Disagio Persistente.
Mal di testa, Emicrania, Cefalea, con e senza Aura, a grappolo, intermittente, a martello pneumatico. A tradimento, soprattutto.
Fame Nervosa, Fame Chimica, di zuccheri che ti sembrano coccole e piacciono tanto a certi elementi del tuo Microbiota, come la Candida, tanto per nominarne uno.
Fame Incontrollata che non è proprio fame (anzi non lo è per nulla): è quella che ti dice che in fondo te lo meriti uno sgarro, ma facciamo due e perché non tre…
Indigestione.
Gas addominale.
Gonfiore alto, Gonfiore basso, Gonfiore generalizzato.
Stanchezza: eppure dovresti poterti riposare, no?
Senso di colpa: sei in vacanza e DEVI godertela. Se non riesci, dev’essere colpa tua.
Sono tutti felici e tu no.
Ahi ahi ahi…
Vuoi sapere perché esisto?
Semplice: perché per buona parte dell’anno, il tuo organismo si abitua a una certa routine. Non importa se tale abitudine/routine sia buona, cattiva o terribilissima, né se il tuo lavoro ti piaccia o lo sopporti a malapena. Non conta neppure che ti senta a pezzi e che sappia di aver bisogno di staccare.
“Prenderci una vacanza può essere molto difficile”, afferma Janelle Peifer, psicologa clinica e assistente alla cattedra di psicologia dell’Università di Richmond2.
“Quando si rimane in attività e non si è in pausa si finisce per abituarsi anche a qualcosa di anormale per il proprio sistema”, spiega la Peifer, che studia i traumi, compreso il modo in cui il complesso disturbo da stress post-traumatico (PTSD) è influenzato dalla nostra cultura e dalla nostra identità.
Più hai bisogno di una vacanza, più può essere difficile prenderla perché stai cercando di compensare un'assenza enorme, continua la Peifer. Per molti di noi, ha detto, “prendersi del tempo per se stessi può sembrare qualcosa di eccessivamente indulgente”.
A complicare la questione, alcuni di noi si ammalano di più proprio durante le vacanze. Quando siamo sotto stress, il nostro organismo produce un ormone (il cortisolo) che mette il corpo in uno stato di ipervigilanza per tenerci pronti. Viceversa, rilassarci lo fa calare e l’organismo può sentirsi più debole, più incline ad ammalarsi.
Peifer ha anche scoperto che gli adulti spesso sopravvalutano il piacere delle vacanze. “Non vedono l'ora (di staccare/partire) e poi provano più ansia e tensione nel momento in cui cercano di cambiare marcia”, ha affermato l'esperta.
Le possibili origini dello stress da vacanza
pianificare troppo o troppo poco
avere aspettative troppo alte
confrontare la nostra vacanza con le altre
non prevedere “un cuscinetto”
Pianificazione eccessiva
“L'eccesso di pianificazione è il modo numero uno per trasformare una vacanza rilassante in una vacanza stressante”, afferma Laura Ratliff, direttore editoriale senior di TripSavvy3.
“Anche se ami gli itinerari pieni di impegni - FOMO (Fear Of Missing Out) - proviamo a lasciare un giorno completamente libero per l'esplorazione durante il tuo prossimo viaggio”, ha aggiunto.
Il suo contrario: “Pianificare troppo e pianificare troppo poco può essere ugualmente stressante”, afferma Ciara Johnson, blogger di viaggi presso Hey Ciara. “Un'eccessiva pianificazione può lasciare poco spazio per respirare e immergersi nell'esperienza; al contrario, una pianificazione insufficiente può far sì che un viaggiatore si perda grandi esperienze. È utile avere un equilibrio tra attività e tempo libero in cui la spontaneità possa manifestarsi”.
Abbandonare le routine (non solo beauty)
Se durante il resto dell’anno ti alleni, fai ginnastica, yoga, pilates, crossfitt, eccetera, o giochi a calcetto con gli amici, smettere del tutto ti farà sentire meno bene di quanto pensi.
“Se ci sono alcune abitudini che ti mantengono sano di mente a casa, è probabile che abbandonarle non appena arrivi a destinazione provochi uno stress eccessivo”, ha affermato Meg Gitlin, psicoterapeuta e voce dietro l'Instagram City Therapist. “Ad esempio, se sai che l'esercizio fisico regolare ti mantiene più sereno ed equilibrato mentalmente, non è la migliore idea prendersi una pausa di sette giorni”.
Avere aspettative troppo alte (sulla vacanza in sé e sui suoi effetti)
“Per quanto possa sembrare strano, cercare di rilassarsi troppo può anche stressare le persone”, afferma Rachel Thomasian, terapeuta abilitata e proprietaria di Playa Vista Counseling. “Lo paragono a quando le persone si sforzano troppo di meditare e poi finiscono per essere frustrate: la pressione per rilassarsi può spesso essere controproducente”.
Dovremmo invece cercare di vivere il momento e di rispondere a ciò che la nostra mente e il corpo ci dicono. Se stare seduto sulla spiaggia cercando di leggere il libro che abbiamo messo in valigia non funziona, alziamoci e andiamo a fare due passi…
Non prevedere un tempo “cuscinetto”
Se possibile, cerchiamo di includere un po' di tempo cuscinetto prima e dopo il viaggio per rendere più fluido il passaggio dalla modalità vacanza a quella di riposo.
“Un'abitudine delle vacanze che aggiunge un bel po' di stress è quella di non sistemare le cose in sospeso prima di attivare il messaggio di assenza sulla posta elettronica e sulla segreteria telefonica”, ha detto Thomasian. “Può essere stressante cercare di finire tutte le cose prima di partire, quindi magari dedica un giorno come cuscinetto tra la fretta di finire il lavoro e la partenza per le vacanze”.
Prendere le vacanze dalle nostra giornate
Ultimo consiglio, forse il più importante di tutti.
Impariamo a prenderci delle “minivacanze” anche durante tutto il resto dell’anno, per rompere l’eccesso di impegni lavorativi e non.
Minivacanze di qualche minuto durante le giornate per pensare un po’ ai nostri desideri (non contano i minuti passati a “invidiare” gli altri sui social).
Minivacanze di un paio di giorni ogni due-tre mesi per staccare la spina.
Non serve necessariamente partire per una meta. Basta anche lasciare fuori di casa impegni e aspettative.
Ricominciare a giocare.
Ballare. Ridere. Riflettere.
Riprendere il contatto con se stessi.
Abituarsi a prendersi un po’ più cura di noi senza sentirsi necessariamente in colpa.
Nei prossimi mesi parleremo a lungo di stress, di cosa sia davvero, di quello che sappiamo (a oggi) e di quanto insistere a combatterlo incida sulla nostra salute…