"Longevity Revolution": svelato il potere nascosto del microbiota per invecchiare in salute
IL MICROBIOTA SANO E FELICE
Potrebbe essere una rivoluzione: smettere di pensare solo alla longevità in quanto tale, fine a sé stessa, e cominciare a occuparci di una longevità diversa…
“La mia longevità è differente”…
Voglio dire, e se, invece di puntare solo ad allungare la vita, ci impegnassimo per allungarla meglio? Se, invece di arrivare a 110 anni pieni di dolori e acciacchi vari, tormentati dai limiti, modello “foglie sugli alberi d’autunno”, cercassimo il modo per arrivarci in formissima?
Il modo, in effetti, c’è. E non è un unico modo, né un unico metodo, ma un insieme di protocolli sulle più recenti conoscenze scientifiche dalle quali ottenere le applicazioni pratiche migliori nel campo della longevità sana, a disposizione nel corso del dott. Filippo Ongaro, che – non a caso – si chiama proprio “Longevity Revolution™️”.
“Un altro corso1?”
Sì, ma questo è diverso, perché tra gli aspetti chiave ne considera uno troppo a lungo sottovalutato, quando non stigmatizzato: la piacevolezza!
Migliorare con gli anni, arrivando a invecchiare agili come pantere e floridi come le foglioline in primavera, non deve per forza di cose essere una fatica di Ercole. Anche perché, quando facciamo fatica, quando l’abitudine che vogliamo cambiare ci costa troppo e provoca dolore, il nostro cervello ci mette i bastoni tra le ruote: non solo si oppone, ma fa di tutto per vanificare i nostri sforzi! Viceversa, la piacevolezza rende più sostenibile ogni cambiamento, compresi quelli che riguardano il nostro stile di vita.
Un altro fattore in gioco è la diversità, compresa quella del nostro microbiota. Vediamo cosa dice la scienza in proposito…
Invecchiare bene, in forma e in piena salute, è possibile?
Viviamo più a lungo dei nostri progenitori. Più dei nostri nonni. Più dei genitori. Ma non sempre ce la passiamo benissimo, banalmente perché invecchiando di più, siamo più esposti agli acciacchi.
Vi ricordate quando da cuccioli la mamma vi guardava attonita chiedendosi dove trovaste tutta quell’energia?
“Dai, Guglielmina, basta correre…”
Avete presente quando da giovani pantere facevate le ore piccole senza poi sentirne gli strascichi, o quando vi sbranavate mezzo branco di antilopi digerendolo alla grande?
E com’è che, invece, ora, è sufficiente un’ora di sonno in meno per farvi sentire come un Mocio Vileda?
Da quando avete cominciato a sognare copertina e divano al posto della Fiesta?
E perché adesso basta un’inezia in più nel piatto per far gonfiare la pancia? Una fritturina, due gamberetti in pastella, una terza cucchiaiata di profitterol, o un’altra cosa qualsiasi fuori dal menù, e siete fritti…
Dove sono finite quelle forze che sembravano inesauribili?
Cos’è successo ai vostri super poteri? E ai miei, come a quelli di chiunque continui a sentirsi una giovane pantera, ma solo dentro?
È successo che siamo cresciuti? Invecchiati? Che abbiamo smesso di giocare e non far altro? Che siamo stanchi? E poi i pensieri, il lavoro, i clienti e il capo, il fisco, l’inquinamento, i TG…
Certo, è il tempo che passa, ma c’è dell’altro…
Il cambiamento che avviene con l’età non ha solo a che fare con gli anni che volano via, e le modifiche visibili da fuori, allo specchio e negli occhi di chi ci guarda, ma riguarda qualcosa che non vediamo.
“Ciò che è in basso è come ciò che è in alto, e ciò che in basso…” diceva Ermete Trismegisto…
Qualcosa di cui sappiamo ancora poco, o che ignoriamo del tutto.
Tale “qualcosa” vive dentro di noi, in simbiosi con il nostro organismo, ed è il microbiota.
Il suo equilibrio si riflette nel nostro, dentro e fuori, contribuendo alla digestione, alle difese immunitarie, alla concentrazione, all’umore, e in generale all’omeostasi.
Le ricerche dimostrano che il microbiota è uno dei fattori chiave per aiutarci a vivere più in salute, non solo più a lungo.
A che serve campare duecento anni se si sta come d’autunno sugli alberi le foglie2?
“Negli Stati Uniti, l'85,6% delle persone con più di 65 anni vive con almeno una condizione cronica come diabete di tipo 2, malattie cardiache, BPCO, asma, cancro o artrite. E quasi il 25% delle persone di questa fascia d'età convive con almeno tre di queste patologie.”
Prof. Tim Spector3
Il rovescio della medaglia del vivere di più è, infatti, che vivendo di più siamo anche più esposti ai disagi e alle malattie, e questo – stando agli studi recenti – può essere correlato anche allo stato di salute del nostro microbiota.
"Il microbioma intestinale è la chiave per un invecchiamento sano, sia come indicatore di salute che per la sua influenza sul sistema immunitario e sui meccanismi di riparazione naturale dell'organismo".
Prof. Tim Spector
Gli studi del gruppo del prof. Spector hanno dimostrato che ognuno di noi ha un microbiota diverso, compresi i gemelli omozigoti.
“Diverso” significa specifico, in pratica unico4.
La diversità e l’unicità del microbiota corrisponde alla nostra per intero.
C’è dell’altro.
Ogni microbiota non è solo differente dagli altri, ma cambia con il tempo.
Cambia a seconda di come viviamo e di cosa facciamo: da piccoli mettiamo le mani nella terra, e in bocca tutto quello che troviamo; da grandi, abbiamo la tendenza a sfamarci spesso con i soliti quattro o cinque nutrienti/pasti, e a disinfettare noi e il nostro ambiente in continuazione. Da adulti, poi, molti di noi prendono farmaci, antibiotici inclusi, i quali mentre curano l’acciacco di turno, indeboliscono il sistema.
Cosa succede al microbioma intestinale quando si invecchia?
È possibile che il passare del tempo renda meno unico il nostro microbiota. Meno diverso. Ossia composto da meno specie. Diminuendo la varietà della flora batterica, rischiamo la “disbiosi”.
Eubiosi= equilibrio dell’ambiente vitale
Disbiosi = disequilibrio
Una diminuzione della diversità dei microbi dell'intestino è stata anche collegata a una maggiore fragilità durante l'invecchiamento.
Ad esempio, in uno studio5 che ha coinvolto oltre 9.000 persone di età compresa tra i 18 e i 101 anni si è evidenziato che i microbiomi intestinali diventano sempre più specifici per ogni individuo con l'età. Questa "unicità" è fortemente associata ad alcune sostanze specifiche (derivati di aminoacidi) prodotte dai microbi e circolanti nel sangue.
In altre parole, la composizione dei microbi nell’intestino degli individui ultraottantenni in buona salute diventa più unica, diversa da quella delle altre persone, segnalando un processo di invecchiamento sano, indipendentemente dai farmaci utilizzati. Avere un microbioma intestinale meno unico o una dominanza elevata di alcune famiglie specifiche di batteri, come i Bacteroides, predice una minore sopravvivenza nei successivi 4 anni.
In un altro studio6 che ha analizzato nello specifico i microbi presenti nell'intestino tenue di 251 persone di età compresa tra i 18 e gli 80 anni si è evidenziato che la diversità microbica nel duodeno diminuisce con l'invecchiamento, influenzata non solo dall'età cronologica, ma anche dall'aumento del numero di malattie concomitanti e dell'uso di farmaci. In particolare si è osservato che:
con l’avanzare dell’età aumenta il numero di batteri del gruppo dei Proteobatteri, in particolare Escherichia, Lactobacillus ed Enterococcus;
nelle persone con patologie croniche, è stato riscontrato un aumento dei livelli di Clostridium;
negli individui che assumevano farmaci, si evidenziava una maggiore presenza di Klebsiella.
A questo punto, c’è da chiedersi se i cambiamenti nel microbiota sono solo una conseguenza secondaria dell'invecchiamento, o hanno un impatto diretto sulla nostra salute con il passare degli anni?
La risposta non è definitiva (come spesso accade nella scienza), ma sembra effettivamente che i nostri microbi siano in buona parte responsabili della nostra salute man mano che avanziamo con gli anni.
L'intestino gioca quindi un ruolo cruciale nel promuovere un invecchiamento in buona salute.
Ovvero ci aiuta effettivamente a invecchiare più in forma, come è stato ipotizzato da uno studio7 che ha preso un gruppo di topini agée, somministrando campioni di microbiota prelevato da topi più giovani. Risultato?
I topastri anziani hanno mostrato miglioramenti generale della loro salute.
Un’altra ricerca8, sempre su topolini ai quali è stato dato microbiota “Young”, ha visto migliorare le funzioni cerebrali e il sistema immunitario.
Il microbiota cambia. Come cambiarlo al meglio?
"Le ricerche suggeriscono che il nostro microbioma intestinale cambia con il passare degli anni. Ma c'è una buona notizia. Abbiamo la possibilità di modellare il nostro microbioma attraverso la nostra dieta e le nostre scelte di vita".
Dr. Will Bulsiewicz9
Dato che il microbiota cambia al variare delle nostre abitudini, e dello stile divina, la prima buona notizia è che migliorarne la diversità è possibile.
Come?
Attraverso una “Scala del benessere”, fatta di quattro gradini.
Sonno
Alimentazione
Movimento
Respirazione
La seconda buona notizia è che la scala è in discesa.
Una scala in discesa
Quando il nostro intestino non è in equilibrio, non lo siamo nemmeno noi.
La pancia non collabora, andare in bagno è una fatica, i gas ci fanno soffrire e vergognare, niente funziona più come dovrebbe: l’umore è nero, e con lui la nostra propensione al contatto umano.
Diventiamo irascibili tanto quanto è irritabile il nostro intestino e come lui, anche noi ci infiammiamo subito; oppure diventiamo tristi e apatici, rallentati come è rallentato il nostro transito intestinale.
Per usare una similitudine, è come se ci fossimo arrampicati su un alberello ricoperto di spine.
Là sotto, la vita scorre come al solito, ma non qui, perché per noi è tutto molto faticoso.
E se ora, in questa immagine di noi sull’alberello, mettessimo qualcosa per aiutarci a scendere? Se a questa visione aggiungessimo una scala?
Aggiungiamola, e proviamo a guardarla.
Si tratta di una scala grande e molto solida, come una di quelle per gli aerei, con quattro gradini larghi abbastanza per farci sentire al sicuro, e un corrimano per attaccarci.
La sua gerarchia, cioè l’ordine dei gradini, è importantissima: il primo è il sonno, il secondo è l’alimentazione, il terzo è il movimento e l’ultimo, a un soffio dal traguardo, è la respirazione.
Il sonno è al primo, dicevamo. Al secondo invece, troviamo l’alimentazione: più varia è e più piace al nostro microbiota.
Ecco, che in sostanza, invecchiare bene si può. E no, non deve essere faticoso. Anzi, i segreti per una vita lunga e pimpantissima10 sono alla portata di tutti, in bella vista, e molto più piacevoli di quanto non si creda.
Per approfondire:
“Missione longevità. Dall'esperienza con gli astronauti le strategie per vivere bene e a lungo” - Filippo Ongaro - Ed. Sperling & Kupfer 2023
“Intestino senza pensieri. La guida completa per capire la tua pancia e smettere di soffrire” - Francesco Fratto - Ed. Sperling & Kupfer 2022
Longevity Revolution™️ è un corso di Filippo Ongaro, una due giorni di contenuti scientifici e protocolli pratici. Qui trovate il dettaglio.
Ungaretti docet
Prof. Tim Spector, scienziato leader a livello mondiale ed esperto di microbiota del King's College di Londra, co-fondatore di ZOE, un programma che gestisce il più grande studio su alimentazione e microbiota intestinale al mondo, coinvolgendo oltre 15.000 partecipanti.
Ad esempio, il 99,7% dei partecipanti al nostro studio ha nell'intestino un batterio chiamato Faecalibacterium prausnitzii, ma solo un terzo circa ha un microbo recentemente scoperto chiamato Firmicutes bacterium CAG:170.
Will Bulsiewicz, gastroenterologo, autore del best-seller del New York Times Fiber Fueled e direttore medico di ZOE negli Stati Uniti.