"Voglio quello che ha lei": i 9 segreti di una vita lunga e pimpantissima
Dan Buettner, Gianni Pes: da Okinawa alla Sardegna, i consigli che allungano e migliorano le nostre esistenze
Dan non è più il ragazzo di una volta. Fino a qualche anno fa non si ammalava mai, nemmeno un raffreddore, mangiava i sassi, e accumulava Guinness dei primati andando in bici in giro per il mondo.
Ma come si suol dire, il tempo passa per tutti, anche per chi di mestiere viaggia in cerca del segreto della longevità, tanto che da un po’ deve stare attento a cosa mangia, e per non prendere freddo ha perfino imparato a mettersi la canottiera, come si raccomandava la sua mamma.
Arrivato alla soglia dei 60 anni, mentre guarda un’ultracentenaria che gioca con i nipoti e i pronipoti, Dan si sta chiedendo come mai per qualcuno il tempo passi meglio che per altri.
La fanciulla davanti a lui si chiama Umeto Yamashiro e di anni ne ha compiuti 101. Dire che non li dimostra è poco. Non è affatto inferma, non è allettata, e nemmeno “rallentata”: la ragazza cammina, chiacchiera e soprattutto ride parecchio. Suona addirittura uno strumento e fa giochi di equilibrio zompettando di qua e di là.
Il suo segreto?
Non si arrabbia.
David la guarda e pensa “voglio quello che ha lei”.
Inizia così il primo episodio della serie di Dan Buettner pubblicata da Netflix “I segreti della longevità”. Da Okinawa, Giappone, Dan si sposta in Sardegna, per presentarci Gianni Pes, ricercatore ordinario dell’università di Sassari, considerato il padre delle cosiddette “zone blu”: le aree più longeve del pianeta.
In un articolo sul Longevity Fest1, Gianni Pes racconta come ha iniziato la sua ricerca sulle “zone blu del pianeta Terra”.
«Tutto è nato più di venticinque anni fa perché io mi occupavo di mortalità, ero un epidemiologo e avevo scoperto che c’era una bassa mortalità in Ogliastra e in Barbagia, diciamo intorno al Gennargentu e quindi mi son detto “se la mortalità è bassa le persone dovrebbero campare più a lungo andiamo a vedere se il numero dei centenari è più alto”. Quindi ho cominciato a collezionare dapprima i trafiletti dei giornali sui compleanni dei centenari e poi ho girato tutti gli uffici di stato civile e anagrafe dei 367 comuni della Sardegna e quindi ho verificato la presenza dei centenari viventi, ma soprattutto di quelli deceduti raccogliendo vent’anni di dati demografici. Uno studio che presentai in Francia nel 1999. Allora non mi credette nessuno tranne uno, il demografo belga Michel Pulain che decise di venire in Sardegna per vedere da vicino quello che per gli altri sembrava impossibile».
Le zone più longeve del pianeta sono “blu” perché all’inizio della ricerca, nei primi anni 2000, il medico e il demografo non avevano un computer, e per segnare le aree con la longevità più alta usavano un pennarello, manco a dirlo, blu.
Tornando ai segreti di una vita lunga E pimpante, stando ai risultati dei due ricercatori, la magia avrebbe a che fare con 9 punti che più che segreti sembrano i consigli della nonna.
Ecco quelli pubblicati da Buettner:
Muoviti
Datti da fare per qualcosa (Plan de vida/ikigai)
Rilassati
Alzati da tavola con un po’ di fame - saziati all’80%
Mangia più vegetali
Bevitelo ogni tanto un bicchiere di vino in compagnia
Tieni vicina la tua famiglia
Goditi gli amici veri
Prega (non importa chi o cosa)
Tutto qui?
Possibile che basti così poco per invecchiare tanto bene? A quanto pare sì, visto che nel nostro mondo pieno di incertezze e fantasmi, esistono popolazioni che vivono a lungo E benone.
La “e” è maiuscola perché fa la differenza. Non so voi, ma io sinceramente non avrei voglia di superare i cent’anni in un letto o attaccato a un respiratore, mentre mi piacerebbe molto compierne 105 o 107 continuando a muovermi, ridere, e stare benone.
I 9 segretissimi segreti della longevità
Il primo dei nove “segreti” della longevità ha a che vedere col movimento.
Fermi. Prima di correre a scaricare l’ennesima app per fare ginnastica, tornare in forma, sfidare il 25enne che è in noi, eccetera, sappiate che il movimento di cui parlano le ricerche di David è quello naturale, cioè biologico e funzionale. In pratica quel tipo di movimento che compiamo “facendo cose”: camminare per raggiungere un certo posto, sollevare pesi e manovrare oggetti per spostare e costruire cose, saltellare a ritmo per seguire una certa musica…
Questo primo segreto è immediatamente collegato al secondo, ossia ciò che qualcuno chiama “purpose”, qualcun altro “plan de vida” o “ikigai”. Avere uno scopo: ossia vivere non da criceti che si alzano, si lavano la faccia, si fanno la barba e/o si truccano per andare in ufficio o in call, ma con una missione in mente. Una missione per la nostra esistenza, che le dia un senso al di là dei soldi in banca, e degli oggetti nelle nostre case.
Il quarto segreto riguarda il surplus di cibo che buona parte di noi assume ogni giorno, e per contro, il mantra confuciano “hara hachi bu” che tradotto diventa “pancia piena per otto parti su dieci2”.
Il quinto resta sul cibo, dicendoci di nutrirci di più verdura e frutta (e quindi di più fibre) e meno carne, considerando quest’ultima come facevano i nostri nonni e bisnonni, cioè un cibo prezioso, da mangiare la domenica e durante le feste.
Il sesto segreto è probabilmente quello più discusso, perchè si sa che per l’ambito scientifico non esiste una dose minima di alcol che non faccia male. Tuttavia, non possiamo sottovalutare l’importanza della convivialità a cui un bicchiere di vino è spesso legato. Probabilmente, gli aspetti negativi sulla fisiologia del corpo possono essere compensati (almeno in parte) dai benefici del trovarci in buona compagnia e allontanarci così dalle preoccupazioni delle nostre giornate.
Il settimo e l’ottavo infatti sottolineano proprio l’importanza delle relazioni: uno parla di famiglia e ci invita a stare vicini ai nostri cari, e l’altro a coltivare le relazioni umane.
Siamo animali sociali e questo ci permette di renderci più forti di fronte alle avversità e all’imprevedibilità delle nostre vite.
Infine il nono, che considera ancora più a fondo l’importanza dell’anima e di avere qualcosa di “più grande” di noi a cui affidarci: secondo gli studi, le popolazioni che dedicano parte delle loro giornate alla preghiera (così come anche alla meditazione) sono più arzille degli speculatori finanziari alla Wolf Of Wall Street.
Se siete arrivati fino qui, forse vi sarete già accorti che manca un segreto, il terzo: “rilassati”. A tal proposito, per rilassarci e prendere le nostre vite con un po’ più di leggerezza, il punto è imparare come funzionano le nostre emozioni. Come funzionano davvero, intendo, e non come pensiamo che funzionino perché ci siamo sempre accontentati di credere a quel poco che ne sappiamo…
Ne parleremo nel prossimo post, chiedendo l’aiuto di una ragazza che durante la tesi di laurea ha visto fallire il suo esperimento per otto volte di seguito.
Per saperne di più:
"La dieta delle zone blu" di Dan Buettner. Ed. Vallardi
"The Blue Zones: 9 Lessons for Living Longer From the People Who've Lived the Longest" di Dan Buettner. Ed. National Geographic
"Ted Talk di Dan Buettner: Come vivere fino a 100 anni e più "
https://www.costasmeralda.it/gianni-pes-zone-blu-longevity-fest-2023/
https://www.zoneblu.net/hara-hachi-bu-il-mantra-della-longevita/