Oggi parliamo ancora di stipsi1: gli effetti gassosi della costipazione e la diagnosi di stitichezza. Cosa succede quando due gas puzzolentissimi cercano di evadere ma non ce la fanno? E, soprattutto, come capire se soffri di stipsi?
Sala riunioni Secondo Cervello Production.
Ordine del giorno: la serie alla sua 45esima stagione.
La trama è semplice: mentre nessuno ne parla, due gemelli sono ancora intrappolati in una prigione inespugnabile. Riusciranno a trovare una via di fuga e dunque a guadagnare la libertà?
Il regista dice che la sceneggiatura è stata approvata. Manca solo il titolo.
Pensavamo a “Fuga da Alcaccatraz”…
Lo scenario: immaginate un carcere di massima sicurezza, un dedalo gigantesco e sovraffollato fatto di tunnel sotterranei, e mille vicoli ciechi. È da qui che i due gas devono fuggire. E devono farlo in fretta o l’intera struttura rischia di esplodere.
Ma andiamo con ordine e vediamo il team degli attori. Partiamo dai protagonisti: SS e PS.
SS è SCARY-SCOR (SCOR come… vabbè dai hai capito…): cacca allo stato gassoso.
PETO SATANICO, detto PS, è invece il secondo gemello, gassoso quanto il primo, ma al profumo di zolfo.
Entrambi arrivano in scena subito dopo i pasti, in particolare dopo quelli particolarmente ricchi di grassi e/o di fibre. Non appena i due gas intrappolati spingono verso l’uscita, credendo di farcela, ecco che incontrano la resistenza di un gruppo di terribilissimi secondini, che si aggregano tra di loro facendo muro e diventando una via di mezzo tra l’uomo roccia e un Ulk della cacca.
A questo punto anche tutta la struttura (prima mobile, morbida e malleabile) si trasforma in un sasso. Ed ecco gli SPASMI: scosse di terremoto fanno vibrare l’intero carcere e tutti i dintorni.
Seguiamo i due gas per qualche giorno, in presa diretta, telecamera mobile, finché la pressione è troppa e la diga cede: è allora che l’intestino si svuota, e di corsa. Peto Satanico e Scary Score approfittano del caos e se ne vanno insieme ai secondini e a tutto il fiume di feci in fuga. E qui si chiude il primo episodio della stagione. Ora vediamo l’alba di un nuovo giorno, in cui sembra tornato il sereno: il gonfiore è completamente alleviato e la pancia si sente notevolmente più piatta.
Dal fondo della sala riunioni, si alza una mano: “Ah, ma quindi finisce bene?”
“Il primo episodio, amici, come sempre, solo il primo episodio…”
GLI EFFETTI GASSOSI DELLA STIPSI
La costipazione produce dolore, imbarazzo, e un sacco di peti. Come nel raccontino, i gas emessi in presenza di stipsi sono normalmente di due tipi e aromi:
quelli infernali, sulfurei, satanici, che ricordano le uova marce;
quelli che sanno proprio di cacca.
Questi puzzolentissimi gas trasformano la tua pancia rendendola dura, tesa, attraversata da crampi che di norma seguono i pasti. Soprattutto quelli più ricchi di grassi, ma anche quelli ricchi di fibre.
Tale gonfiore è quasi sempre causato dai gas che rimangono dentro di te e che quando provano a uscire, incontrano una specie di “vicolo cieco”, un muro di cacca solida, durissima, parecchio tosta, che li blocca.
I gas vogliono evadere. Ma il “muro di cacca” li ferma.
Il gonfiore diminuisce solo quando finalmente riesci ad andare in bagno, cioè quando “la diga si rompe”. Dopo qualche giorno di costipazione, potresti infatti dover correre sul primo water a portata di derrière, facendo avanti e indietro più di una volta, finché il tuo intestino non riesce a svuotarsi. In pratica, potresti alternare giorni di blocco totale a uno di svuotamento consecutivo che nelle ultime fasi ricorda addirittura la diarrea.
Prima espelli le feci più dure, quelle “muscolose”.
Poi un flusso più mordido.
Infine una o più evacuazioni parecchio liquide.
Visto che alterni giorni di stitichezza ad altri che ricordano il suo contrario, come capire se quella che ti tormenta è davvero costipazione?
TU CHIAMALA SE VUOI… STIPSI
Per nominarla usiamo diversi nomi: costipazione, stitichezza, stipsi.
Stipsi viene dal latino styptichus, stitico, che a sua volta deriva dal greco STYPHO - astringo, trattengo, e racconta di qualcosa di duro e denso proprio come le feci “muscolose” che la caratterizzano.
Se poi pensiamo a costipazione, e risaliamo al verbo, ecco che dopo il prefisso “Co” troviamo stipare, cioè conservare, stivare, accumulare. Ed è esattamente quello che fa il nostro intestino con le feci, quando invece di libersene (e di liberarci!) le trattiene.
LA DIAGNOSI DI STIPSI
La prima “diagnosi” è personale. Ti accorgi di non andare più in bagno come vorresti e inizi a sentire fastidio e dolore, gonfiori e gas che non riesci a espellere.
Per accertare si tratti di stipsi, ti rivolgi al medico che ti fa una serie di domande.
Che aspetto hanno le tue feci?
Se le feci sono dure, frammentate, o sembrano palline che ricordano i pellet di coniglio, potrebbe essere un segnale di stitichezza. La consistenza delle feci è un indicatore fondamentale per comprendere il tipo di stipsi da cui potresti essere affetto.
Con che frequenza riesci ad andare in bagno?
Meno di tre evacuazioni alla settimana possono essere un segnale di stitichezza. Tuttavia, anche se vai in bagno tutti i giorni, potresti comunque essere stitico se le feci sono dure e l'evacuazione è difficoltosa.
Come si presenta la tua pancia?
Il gonfiore, la sensazione di pienezza e una pancia visibilmente distesa possono indicare un accumulo di feci nel colon, anche se non sempre servono strumenti sofisticati per riconoscerlo. A volte basta l’osservazione e il tocco per capire cosa sta succedendo.
In base alla tua storia clinica, il tuo medico potrebber suggerirti esami del sangue per controllare la funzione tiroidea (una tiroide ipoattiva, ovvero che lavora poco, può portare come effetto collaterale la costipazione).
Se i trattamenti “di prima linea” (ne parleremo nei prossimi post) non producono effetti, il medico potrebbe consigliarti esami più approfonditi che ti aiutino a capire la natura del tuo problema, e le sue possibili con-cause. Oltre alla colonscopia (esame endoscopico con cui è possibile osservare la superficie interna del colon e del retto), potrebbe suggerire nei casi più complessi o ostinati:
ecografia all’addome (per accertare la presenza di feci nel colon, o individuare un’eventuale occlusione);
studi di motilità per valutare i tempi del transito fecale;
defecografia (un esame radiologico che può evidenziare eventuali disfunzioni del pavimento pelvico che causano problemi nella defecazione).
manometria anorettale (una tecnica che valuta la pressione e il funzionamento dello sfintere anale e la sensibilità dell’ampolla rettale).
COSA FARE DOPO LA DIAGNOSI
Una volta che hai una chiara comprensione della tua situazione, è fondamentale seguire un percorso coerente per gestire al meglio la stitichezza. La costanza e l’attenzione ai dettagli per alcuni mesi saranno fondamentali.
In fondo, Roma non è stata costruita in un giorno.
Potrebbe essere necessario sperimentare diverse combinazioni di soluzioni prima di trovare quella giusta per te. Non scoraggiarti se i primi tentativi non danno subito i risultati sperati: la gestione della stitichezza richiede tempo e pazienza.
E ricorda: il modo in cui affronti la tua dieta, lo stress e la routine quotidiana può fare una grande differenza.
Nei prossimi articoli vedremo quali sono i rimedi più utili, sia in termini di farmaci che di integratori, sia nelle abitudini quotidiane per ritrovare il benessere intestinale e dire finalmente addio ai fastidi della stipsi e agli effetti “collaterali” a essa connessi.