Mi chiamo Mario, ho 42 anni e sono un venditore. Il mio mestiere mi porta a percorrere decine di migliaia di chilometri l’anno. In pratica, vivo in macchina, mangio al volo, e sono sempre:
a) di corsa;
b) al telefono.
Come dormo? Poco. E non benissimo, a essere onesto. Spesso mi addormento col cellulare sul naso, dopo l’ennesima mail.
Il mio problema?
In realtà ne ho diversi: oltre alle tasse, il cane dei vicini (simpaticissimo, peccato sia un po’ troppo loquace, specie by night), le statistiche di vendita, e mio suocero (che si dà il caso sia anche il mio capo), da qualche mese digerisco male.
Il fatto è che dopo mangiato, soprattutto un pasto un po’ più abbondante, o un filo più succulento del pesce bollito, mi si gonfia la pancia e inizia il disastro. Siccome lo so, da qualche mese, prendo una valanga di antiacidi i cui effetti si manifestano solo nell’estratto conto della mia Visa.
Una volta ero con un cliente, uno di quelli “grossi”, capaci di farti svoltare il budget. L’avevo incontrato subito dopo un pranzo in autostrada. Invece della solita rustichella, va’ a sapere perché, avevo deciso di mangiare al self service. Ma il tempo era poco, e la fame da tritare i tavoli di plastica… E c’era la parmigiana, quella vera, fritta sul serio…
Un quarto d’ora dopo, arrivo dal cliente, giusto il tempo di due convenevoli e un caffè, ed ecco che parte la sinfonia.
Tempo zero e la sinfonia suona come un Requiem.
Gli sto enunciando i mirabilissimi vantaggi dei nostri bracci robotici di nuova generazione, quando sento un rutto che mi sale in gola. Lo blocco sul nascere, effetto tappo sopra un geyser.
Il mega cliente se ne accorge ma fa il gentleman.
Passo a descrivere come i nostri prodotti siano in grado di risolvere i problemi della sua linea, lui mi ascolta tutto preso e poi mi fa una domanda.
Sto per rispondere, ma nell’aprire la bocca, BURP.
No, non un “burpino” di quelli soft, ma una roba tipo terremoto ottavo grado scala Mercalli.
E poi il silenzio.
Il gentleman vacilla. Quasi quasi pare più in imbarazzo di me.
“Chiedo scusa, non mi è mai successo…” - mento - “devo aver mangiato qualcosa di andato a male…”
In bocca sento acido di batteria, roba che se sputassi scioglierei il legno della scrivania e forse anche il parquet… Dentro la mia pancia ci deve essere Alien, ma adulto. Come quando lotta contro Predator.
“Vuole un po’ d’acqua?” mi chiede pietoso il cliente.
Io voglio solo sparire. Mi sento schiacciato dalla vergogna. Dalla vergogna e dalla cintura che sembra sul punto di scoppiare.
Due ore più tardi, dopo un infinità di altri rutti e un imbarazzo che non ve lo racconto nemmeno, sono di nuovo in autostrada.
Invece di tornare in azienda, mi allungo sulla Serenissima per andare a Portogruaro, da un farmacista. Non uno qualsiasi, ma l’autore di un libro sull’intestino che aveva letto mia moglie, e che io poi avevo iniziato a seguire sul blog.
Il gonfiore addominale da indigestione classica
La prima volta che ho visto Mario è stata proprio dopo il suo appuntamento eruttante. Era esausto. Non ne poteva proprio più.
Il gonfiore di Mario si manifestava subito dopo aver mangiato, facendolo sentire come se il suo addome si gonfiasse come un pallone pieno d'aria. Questo gonfiore era spesso accompagnato da eruttazioni e, a volte, da un sapore acido in bocca. In molte cene di lavoro, Mario notava che dopo un pasto abbondante e ricco di grassi, il suo addome diventava visibilmente disteso e pieno, soprattutto nella parte superiore, sotto lo sterno. A volte, il gonfiore era così intenso da farlo sentire nauseato e, in un’occasione mi racconta che di ritorno a casa era arrivato al vomito.
Mario era stato anche dal suo medico che gli aveva consigliato un'endoscopia per escludere condizioni come gastrite, ulcere o infezioni da H. pylori.
I risultati dell'endoscopia avevano rivelato che Mario soffriva di gastrite lieve, ma non c'erano segni di ulcere o infezioni da H. pylori. Per questo da alcuni mesi, Mario assumeva con irregolarità alcuni farmaci antiacidi.
Per gestire la sua condizione, ho suggerito a Mario che fosse meglio vederci con calma, in privato e non dietro al bancone della farmacia.
Purtroppo “la pillola che risolve il problema” è solo una chimera di certo marketing farmaceutico e per alcuni casi, diciamo pure molti, un approccio più olistico e personalizzato è necessario se si vuole davvero iniziare a stare meglio.
Così, anche se con un certo malcelato fastidio, Mario accettò di prendere un appuntamento con me per approfondire il suo problema e analizzare pazientemente come il suo stile di vita e le sue abitudini potessero influenzare così tanto la sua salute digestiva.
Ecco come affrontammo i suoi problemi di gonfiore.
Cambiamenti Dietetici contro il gonfiore
Pasti Piccoli e Frequenti: consumare piccoli1 pasti distribuiti durante la giornata, circa ogni tre ore, per evitare l'accumulo eccessivo di cibo nello stomaco.
Fare attenzione a non esagerare a cena, cercando di scegliere piatti meno grassi e più leggeri (pesce, petto di pollo, riso…)
Dieta a Bassa Acidità: evitare cibi piccanti, grassi e altamente acidi che potevano aggravare la sua condizione.
“Hara Hachi Bu”: dal motto giapponese, mangiare solo fino a sentirsi pieni all'80%, per evitare di sovraccaricare lo stomaco.
Masticazione Lenta: per facilitare la digestione, bisogna smettere di ingozzarsi alla velocità della luce. Masticare piano. Più piano.
Evitare l'Alcool a Stomaco Vuoto: non bere alcolici a stomaco vuoto, per evitare irritazioni gastriche e reflusso.
Farmaci: antiacidi da banco al bisogno per contrastare l'acidità.
Tecniche di Gestione dello Stress
Sonno Regolare: un sonno più regolare contribuisce a ridurre i livelli di cortisolo, diminuendo lo stress e migliorando la digestione.
Tecniche di Rilassamento: respirazione diaframmatica per ridurre lo stress e un integratore a base di radici di Ashwagandha ( Withania somnifera ), conosciuta anche come ginseng indiano e definita la regina delle piante ayurvediche.
L'ashwagandha è per lo più conosciuta per i suoi effetti ansiolitici (anti-ansia) e antistress. Sembra anche in grado di ridurre i livelli di cortisolo. Inoltre, un numero crescente di prove supporta l'efficacia di ashwagandha per migliorare il tempo di sonno totale e la qualità del sonno nelle persone con e senza insonnia.
Come sta Mario?
Meglio, molto meglio.
Dopo alcuni mesi di questo approccio integrato, Mario ha notato una significativa riduzione del gonfiore addominale.
La gestione dei pasti, l'uso appropriato dei farmaci e le tecniche di rilassamento hanno migliorato la qualità della sua vita, riducendo il disagio e l'imbarazzo legati all'indigestione.
Anche2 la storia di Mario evidenzia l'importanza di un approccio personalizzato e multidisciplinare nella gestione del gonfiore, in questo caso dovuto alla classica 'indigestione.
Se sperimenti sintomi simili, NON FARE DA SOLO! Anche se puoi aver ritrovato alcune caratteristiche in questo racconto affidati sempre a un medico o a un professionista in grado di guidarti verso il miglior approccio per il tuo caso specifico.
Piccoli significa piccoli…