Quando l'intestino è sotto pressione: come la gravità può incidere sui sintomi dell'IBS
Nel post della settimana scorsa1, il dottor Brennan ci ha parlato degli effetti della gravità sul benessere umano. Oggi, quindi, approfondiamo alcuni aspetti interessanti che emergono dall’elegante teoria di Spiegel cercando di comprendere in dettaglio come la gravità può incidere nei sintomi dell’IBS.
Secondo Spiegel, l’Homo sapiens, evolvendosi in un ambiente soggetto alla forza di gravità (1), ha sviluppato sistemi complessi per gestirla efficacemente. Tuttavia, quando questi sistemi di gestione della gravità falliscono, sia a livello anatomico che neuropsicologico, possono manifestarsi problemi di salute, inclusa l'IBS.
Sempre in relazione alla gravità, Spiegel esplora tre fattori chiave:
Resistenza (G-force resistance);
Rilevamento (G-force detection);
Vigilanza (G-force vigilance).
RESISTENZA
Immaginiamo il corpo umano come un edificio al cui interno una rete di cavi e sostegni tiene tutto al suo posto, permettendo all’edificio di resistere e adattarsi alla forza di gravità. Proprio come un grattacielo deve rimanere dritto nonostante il vento o altri stress.
Quelli che abbiamo visualizzato come "cavi e sostegni" nel nostro corpo sono rappresentati dal tessuto connettivo e dalla muscolatura, che insieme formano una specie di impalcatura interna per gli organi.
Nella sindrome dell'intestino irritabile (IBS), si ipotizza che ci possa essere un problema con questa impalcatura interna: potrebbe non essere abbastanza forte o potrebbe esserci un disallineamento, un po' come quando i cavi di un ponte sono troppo allentati o troppo tesi.
Questo problema di "resistenza alla forza di gravità" può portare a un disallineamento degli organi interni, inclusi quelli del sistema digestivo.
Quando gli organi non sono sostenuti correttamente, possono verificarsi vari sintomi di IBS, come dolori addominali, gonfiore e alterazioni della motilità intestinale.
Inoltre, questo disallineamento può influenzare la composizione dei microbi nell'intestino (il microbiota), che è cruciale per la digestione e la salute generale.
Se il microbiota viene alterato, può peggiorare i sintomi di IBS, creando un circolo vizioso di disagio e problemi digestivi.
RILEVAMENTO
Rilevamento della forza di gravità (G-force detection)
Ipotizziamo che il nostro corpo abbia un sistema di allarme interno che rileva in che posizione siamo: fermi, in movimento, correndo, eccetera.
Questo sistema di allarme fa parte di quello che chiamiamo "rilevamento della forza di gravità". Nel contesto della sindrome dell'intestino irritabile (IBS), tale sistema di riguarda principalmente come il sistema nervoso periferico (quei nervi che si estendono dal cervello e dal midollo spinale al resto del corpo) percepisce e reagisce alla gravità e al movimento.
Quando tutto funziona come dovrebbe, il sistema nervoso periferico comunica al nostro cervello informazioni accurate su come e dove il tuo corpo si sta muovendo o è posizionato nello spazio.
Tuttavia, se questo sistema diventa ipersensibile, può iniziare a inviare segnali di allarme anche quando non servono, un po' come un sistema antifurto che scatta facendoci pensare a un intruso mentre si tratta solo di un gatto.
Nell'IBS, se il rilevamento della forza di gravità diventa troppo sensibile, il corpo può interpretare le normali sensazioni di movimento e pressione interna come minacce o problemi, causando sintomi come dolore, crampi e altri disagi intestinali.
In pratica, è come se il corpo reagisse in modo eccessivo a sensazioni che normalmente non causerebbero disturbo, provocando una risposta fisica (come il dolore) a ciò che effettivamente non è dannoso o anormale.
Questo ipersensibile sistema di rilevamento contribuisce alla complessa natura dell'IBS, influenzando la motilità intestinale e la percezione del dolore.
VIGILANZA
Vigilanza alla forza di gravità (G-force vigilance)
Nel contesto della sindrome dell'intestino irritabile (IBS), il concetto di vigilanza si riferisce a come il cervello monitora e reagisce a sensazioni interne che potrebbero essere influenzate dalla gravità, come la pressione e il movimento all'interno dell'intestino.
Se questa vigilanza è eccessiva, o ipervigilante, il cervello può interpretare sensazioni normali come minacce, portando a una maggiore ansia o stress.
Per esempio, se il nostro "guardiano" (anzi, la nostra “torre di controllo” - come l’avevamo definita quando abbiamo affrontato la teoria delle emozioni della Feldman) è troppo sensibile, potremmo provare disagio o dolore nello svolgere attività quotidiane normali, e questo perché il nostro cervello pensa che qualcosa vada male, anche quando non è vero.
Questo stato di allerta costante non solo può aumentare la percezione del dolore e del disagio ma può anche peggiorare i sintomi dell'IBS a causa dello stress e dell'ansia che accompagna gli stati di allerta prolungati.
In sostanza, se siamo ipervigilanti alla forza di gravità, il nostro corpo e la mente sono in uno stato di tensione costante riguardo a come ci muoviamo e ci sentiamo nello spazio, il che può esacerbare i sintomi dell'IBS e influenzare negativamente la qualità della nostra vita.
Queste eleganti ipotesi non solo aprono la strada a nuove ricerche, ma sottolineano anche come la soluzione ai problemi di IBS debba necessariamente passare attraverso diversi trattamenti.
Le strategie terapeutiche delineate variano dall'adattamento fisico e alimentare fino all'intervento psicologico, riflettendo un approccio olistico alla gestione dell'IBS che considera il corpo umano come un sistema influenzato costantemente dalla gravità, proprio come i pesci nell'acqua.
In conclusione, la teoria di Spiegel non solo amplia la nostra comprensione dell'IBS, ma invita a una riflessione più ampia sulla nostra interazione con la gravità — un elemento tanto pervasivo quanto sottovalutato nella nostra vita quotidiana.
Proseguendo con la ricerca, potremmo non solo confermare o contestare questa teoria, ma anche scoprire nuove vie per migliorare il benessere nell'ambito gravitazionale in cui tutti noi esistiamo.
Il dottor Brennan e la zia allettata…
È colpa della gravità?
Brennan era appena arrivato a trovare la zia Teresa, sorella di sua madre. Erano entrambe italiane. Non di Capri, ma di Portogruaro. Ed entrambe sognavano il cinema: una voleva fare la sceneggiatrice, per far ridere la gente, l’altra la regista, per lo stesso motivo.