La Sindrome dell'Intestino Irritabile non è una malattia: "il cuore percepisce, l'intestino sente, il cervello interpreta"
– L'IBS è una questione di comunicazione dell'asse intestino cervello: ascoltare il tuo corpo e ballare spegne gli allarmi –
Immagina il tuo intestino come una Versailles che si estende per migliaia di metri quadrati. Al suo interno lavorano e vivono quasi quaranta trilioni di individui dal cui benessere deriva il tuo.
Immagina che l’intera proprietà - centinaia di stanze, corridoi, gallerie, e poi giardini, piazze, e chilometri di tunnel sotterranei – sia controllata da un impianto di sicurezza capace di rilevare ogni possibile minaccia, compresi i moscerini e le zanzare di passaggio vicino ai muri esterni. L’impianto è gestito da un dipartimento di tizi nervosi e solerti che ricevono i segnali e attivano i soccorsi.
Un intruso si avvicina ai cancelli? Anche se si tratta solo di una vecchina a spasso col cane, i nervosetti fanno scattare l’allarme. Lo accendono anche se la temperatura si alza, o si abbassa di mezzo grado. E anche se cade una foglia da uno dei 7000 alberi del parco. Addirittura se uno solo dei quasi 40 trilioni di collaboratori full time fa cadere una brioche.
La suscettibilità1 è tale che l’allarme parte anche se un turista, da fuori, lascia una recensione negativa dicendo su TikTok che Versailles non è poi chissà quale meraviglia.
E ogni volta che l’allarme scatta, Versailles si blocca: porte chiuse, finestre serrate, e una frenesia caotica che si diffonde tra i suoi abitanti. È come se l’intera struttura andasse in tilt, mandando segnali di panico e disorganizzazione.
Ecco il punto: l’asse intestino-cervello è un sistema di comunicazione bidirezionale estremamente sensibile.
Stress, emozioni trattenute, tensione muscolare cronica: non si limitano a infastidire l’intestino. Lo attivano in modo improprio, ne alterano la motilità, lo infiammano, ne aumentano la permeabilità. In poche parole, lo rendono ipersensibile2.
I disturbi dell’intestino, inclusa la sindrome dell’intestino irritabile non sono solo disturbi dell’intestino, ma della comunicazione tra sistema nervoso centrale, sistema nervoso enterico e microbiota.
L’ennesima conferma mi arriva dalla lettura di un affascinante saggio di Nazareth Castellanos3, la neuroscienziata con una laurea in fisica teorica che dirige il progetto di ricerca ‘Brain Body Interaction’ all’Università di Madrid.
“Neuroscienza del corpo - come il corpo scolpisce il cervello” dimostra, dati alla mano, qualcosa che la medicina cinese e quella ippocratica sostengono da un bel po’, ossia (con le parole di Nazareth Castellanos) che:
"El corazón percibe, el intestino siente, el cerebro interpreta"
È un cambio di paradigma potente: non è il nostro cervello a dirigere tutto, ma è il corpo stesso a partecipare attivamente alla costruzione della nostra esperienza, della nostra coscienza e della nostra salute.
Il nodo centrale è l’equilibrio dell’asse intestino-cervello: quando questo sistema perde armonia, si innesca un dialogo distorto, dominato da segnali di pericolo e da risposte fisiologiche inappropriate.
Oggi sappiamo che questa relazione passa per vie neurali ben definite, capaci di modulare in tempo reale il funzionamento intestinale: motilità, secrezione, permeabilità, percezione del dolore.
Il sistema nervoso simpatico, quello che predisponde l’organismo alla reazione di lotta o fuga, viene attivato ogni volta che percepiamo minaccia, anche se non c’è un pericolo reale. In chi soffre di IBS, questa via è spesso iperattiva e mal regolata: basta un pensiero negativo, una preoccupazione o un imprevisto per generare spasmi, diarrea, crampi o gonfiore. Non è quindi solo il cibo a fare la differenza: è il modo in cui il sistema nervoso interpreta l’ambiente interno ed esterno.
Il cervello motorio e il suo legame inaspettato con l’intestino
Un dato poco noto, ma parecchio interessante, è che la corteccia motoria e somatosensoriale, cioè le aree cerebrali deputate al movimento e alla percezione del corpo, sono direttamente coinvolte nell’attivazione simpatica verso lo stomaco.
È come se il cervello traducesse il “movimento bloccato” in tensione viscerale.
Uno studio dell’Università di Pittsburgh4 ha dimostrato che in condizioni di stress, le aree cerebrali legate all’azione motoria si attivano insieme a quelle coinvolte nella digestione, producendo una risposta disfunzionale. Il corpo entra in una modalità di allerta tonica: muscoli contratti, respiro superficiale, intestino alterato. Una reazione inconscia, ma potentissima.
Ecco perché il movimento consapevole e ritmico può diventare una via d’uscita. Non solo per sciogliere le tensioni, ma per riprogrammare le connessioni tra cervello e intestino.
“Riprogrammare” è un po’ come “ricablare”: il cervello è plastico, cioè malleabile, non statico, e una volta capito come plasmarlo, possiamo aiutarci a stare meglio.
Come? Con la consapevolezza e il piacere.
1. Conoscere il corpo aiuta a guarirlo
Nel cuore della nostra capacità di regolare emozioni e sintomi fisici c’è una regione cerebrale chiamata corteccia prefrontale mediale. È un’area che integra emozioni, attenzione e percezione corporea profonda – ciò che in neuroscienza viene chiamato interocezione.
Chi soffre di IBS spesso vive un rapporto distorto con le sensazioni viscerali: alcuni le percepiscono troppo intensamente, altri le ignorano fino a quando esplodono. In entrambi i casi, manca un vero ascolto del corpo.
La buona notizia è che questo ascolto si può allenare.
La pratica di scansione corporea (body scan), derivata dalla mindfulness, consente di riportare l’attenzione sulle sensazioni corporee in modo graduale e non giudicante. Bastano 15-30 minuti al giorno, per alcuni giorni consecutivi, per attivare processi di plasticità nella corteccia prefrontale. E nel giro di un paio di mesi, gli studi mostrano cambiamenti funzionali e anatomici misurabili in quelle aree cerebrali. In altre parole, prestare attenzione consapevole al corpo è un intervento neurofisiologico a tutti gli effetti. Non si tratta di suggestione, ma di vera e propria riorganizzazione dei circuiti cerebrali che regolano l’intestino.
2. Il movimento piacevole aiuta il benessere
Anche se nell’immaginario comune, la consapevolezza è spesso associata all’immobilità, alla quiete di un monaco zen seduto in silenzio, il corpo può essere ascoltato anche in movimento. Anzi: c’è una consapevolezza che nasce proprio dal fluire, dal lasciarsi andare, dal danzare. È il silenzio che si muove.
Anche il movimento, se vissuto con piacere e attenzione, può diventare uno strumento di riequilibrio del sistema nervoso.
Tra le varie attività motorie, il ballo rappresenta un’esperienza particolarmente ricca sul piano neurofisiologico. A differenza dell’attività fisica ripetitiva o automatizzata, ballare integra movimento intenzionale, coordinazione motoria, stimolazione sensoriale, ritmo e componente affettiva, tutti fattori che favoriscono plasticità neuronale, regolazione emotiva e modulazione del sistema nervoso autonomo.
Muoverci al ritmo della musica, improvvisare un passo o semplicemente lasciarci andare a un gesto fluido, significa interrompere la rigidità del sistema simpatico e stimolare le vie parasimpatiche, quelle del recupero e della digestione.
Ballo e intestino, se osservati da questa prospettiva, parlano lo stesso linguaggio: quello della regolazione ritmica, della coordinazione interna, dell’ascolto sottile.
Numerosi studi mostrano come l’attività fisica consapevole migliori la composizione del microbiota e riduca la sintomatologia nei disturbi gastrointestinali funzionali. Ma il dato più innovativo è che muovere il corpo aiuta a muovere l’attenzione dentro di noi, verso un livello più profondo di percezione.
Un nuovo paradigma per curare l’IBS
L’IBS non è una malattia dell’intestino. Se continuiamo a chiamarla malattia, andiamo avanti a trattarla e quindi a viverla come tale anche perché ridurla a una dieta, a un fermento lattico o a un sintomo significa non coglierne la complessità.
L’IBS è, prima di tutto, una condizione sistemica che coinvolge corpo, emozioni e cervello e oggi, a differenza di Ippocrate, Galeno e dei primi medici cinesi della storia, abbiamo strumenti nuovi – scientificamente fondati – per affrontarla da una prospettiva integrata:
riconoscere e regolare l’iperattività simpatica
usare il movimento ritmico e consapevole come terapia
allenare la consapevolezza interocettiva per ripristinare l’equilibrio.
Muovere il corpo, ascoltare il proprio interno, lasciarsi guidare dal respiro e dalla musica: questi non sono atti “alternativi” o marginali. Sono interventi centrati sul sistema nervoso, capaci di riportare quiete dove c’era allarme, ritmo dove c’era caos, fluidità dove c’era blocco.
Come vedi, non è sempre il corpo a disturbare la mente.
Spesso è la mente che ha disimparato ad ascoltare il corpo, a leggerne i segnali, a fidarsi della sua intelligenza silenziosa.
Per questo camminare, danzare, respirare in modo consapevole non sono solo gesti di benessere, ma porte che si aprono verso un senso più profondo di integrazione, là dove il pensiero incontra la sensazione, e il ritmo ritrova la sua strada.
L'ipersensibilità viscerale e la disfunzione dell’asse intestino-cervello sono caratteristiche ben documentate nella sindrome dell’intestino irritabile (IBS). Vedi: Mayer EA et al. "Gut/brain axis and the microbiota." J Clin Invest. 2015.
Numerosi studi dimostrano che lo stress psicosociale attiva circuiti cerebrali che alterano la motilità intestinale, aumentano la permeabilità epiteliale (leaky gut), modulano la risposta immunitaria e influenzano la composizione del microbiota.
Vedi:
Mayer EA et al., "Gut/brain axis and the microbiota", J Clin Invest, 2015.
Chrousos GP, "Stress and disorders of the stress system", Nat Rev Endocrinol, 2009.
Moloney RD et al., "Stress and the microbiota–gut–brain axis in visceral pain: relevance to irritable bowel syndrome", CNS Neurosci Ther, 2016.
Nazareth Castellanos, laureata in Fisica Teorica, specializzata in Neuroscienze, ha lavorato come ricercatrice presso varie università in Germania, Inghilterra e Spagna. Attualmente dirige il progetto di ricerca ‘Brain-Body Interaction’ all’Università Complutense di Madrid.
Nazareth Castellanos: "El corazón percibe, el intestino siente, el cerebro interpreta"
Levinthal DJ, Strick PL. Multiple areas of the cerebral cortex influence the stomach. PNAS, 2020;117(21):13078–13083. https://doi.org/10.1073/pnas.2002737117Lo studio ha tracciato le connessioni neurali tra corteccia cerebrale e stomaco, dimostrando che aree motorie e somatosensoriali influenzano direttamente l’attività gastrica attraverso vie simpatiche.
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Articoli sempre scientificamente documentati e ben scritti .
Grazie