C'era una volta un giovane farmacista che non poteva smettere di studiare
La meditazione per il benessere dell’intestino e di tutto ma proprio tutto ciò che gli sta intorno; la formazione continua di un farmacista Gut Brain Coach e i suoi studi
C’era una volta un giovane farmacista, figlio di un farmacista, il cui padre era un altro farmacista. Dopo la laurea, il giovane aveva iniziato a fare il lavoro per cui aveva studiato e, sin dal primissimo giorno dietro il bancone, si era accorto di quanta sofferenza arrivasse alla sua attenzione.
Ogni mattina e ogni pomeriggio ascoltava molte, troppe persone, lamentarsi della loro pancia: digestione difficile, gonfiore addominale, eccesso di gas, evacuazione dolorosa, insufficiente, improvvisa, continua, intolleranza a uno o più alimenti, sindrome dell’intestino irritabile, e molti - troppi - altri malesseri collegati al sistema digerente. In breve, il giovane farmacista iniziò a temere che gli studi per la sua laurea non fossero sufficienti. Almeno, non per aiutare davvero le persone che si rivolgevano a lui, il cui benessere sembrava non trarre abbastanza sollievo dalle cure che la farmacologia offriva all’intestino.
Così, il farmacista si rimise a studiare.
Lo faceva durante il turno di notte, tra una chiamata e l’altra, nei fine settimana, in ogni momento libero. Approfondendo il funzionamento e la natura del sistema gastrointestinale, capì qualcosa che i padri della medicina conoscevano ben prima di averne le prove e cioè che i nostri organi non funzionano per compartimenti stagni, né per sistemi isolati.
Il benessere di una parte dipende e al tempo stesso influenza quello del tutto.
Ciò che le scienze mediche avevano dovuto segmentare1, gli si rivelò per come era sempre stato:
un “unicum”, ossia un insieme di trilioni di cellule e batteri, funghi, parassiti, e organi, e funzioni e pensieri, emozioni, stati d’animo, occorrenze, eventi endogeni ed esogeni. L’uno in comunicazione costante con tutti gli altri.
Passò centinaia di ore a studiare il microbiota, a capire come aiutarlo a tornare in equilibrio; trascorse settimane, e poi interi mesi a sviscerare le relazioni tra l’eubiosi intestinale (l’equilibrio del microbiota) e il resto: umore, forma, performance, salute.
Superati i quarant’anni, il farmacista prese consapevolezza che non avrebbe mai potuto smettere di studiare e continuò a farlo, sempre by night, e nei momenti teoricamente liberi: oltre che nei turni dopo il tramonto, occupò quasi molti sabato notte, le domeniche, le feste comandate, i giorni di chiusura della farmacia.
Nel frattempo, realizzò che in Italia non esistevano ancora figure specializzate sulle relazioni dell’asse intestino-cervello: i nutrizionisti si occupavano solo dell’alimentazione, il gastroenterologo solo del sistema digerente, gli psicologi solo della sfera emotiva e psichica.
All’avvicinarsi del suo cinquantesimo compleanno, il farmacista scelse quindi un percorso formativo che nell’arco di due anni, in pieno Covid, lo portò a formarsi come coach con il metodo adottato da uno dei suoi maestri, il dottor Filippo Ongaro, completando il percorso previsto per la certificazione.
Poiché i suoi studi e le sue ricerche miravano ad aiutare chiunque avesse difficoltà e/o sintomi relativi alle disfunzioni dell'asse intestino cervello, scelse di specializzarsi non tanto come lifestyle Coach, ma come Gut Brain Coach, ossia un coach decisamente sui generis, specializzato nel benessere dell’intestino E del cervello.
Fu tra i primi del suo Belpaese.
All’epoca, moltissime persone non sapevano nemmeno cosa fosse un Gut-Brain Coach. E dunque non avevano idea di quale potesse essere il suo scopo, o la sua utilità.
A chi mai potrebbe servire un Gut-Brain coach?
A chi teme di soffrire della sindrome dell’intestino irritabile.
A chiunque non digerisca più come una volta.
A chi ha l’addome teso, gonfio, dolorante.
A chi non va bene di corpo, o ci va troppo.
Alle persone che “le hanno provate tutte”, senza riuscire a sentirsi meglio.
A chi brontola con la pancia. A chi discute con la testa.
A chi non ha idea che pancia e testa siano la stessa barca, il medesimo insieme. A chi si sente schiacciato dagli impegni, tramortito dallo stress, sfiancato dalla vita che conduce.
A chiunque dorma male, o poco.
A chi si vede e si sente pesante ma non riesce ad alleggerirsi.
A chi teme di non essere abbastanza felice, o non quanto dovrebbe, visto che tutti gli altri, specie suoi social, lo sembrano sempre.
Il farmacista Gut Brain Coach studiò un metodo che chiamò proprio Metodo Intestino Felice, sul quale decise anche di scrivere un libro, “Intestino senza pensieri”, pubblicato da Sperling & Kupfer nel 2022.
Le sue ricerche lo avevano portato a elaborare una scala del benessere fatta da quattro gradini tra i quali, dopo il sonno, l’alimentazione e il movimento, grande spazio era dedicato al lavoro interiore e allo straordinario potere taumaturgico della meditazione.
Il libro uscì e le recensioni dissero due cose al farmacista. La prima che il suo testo sembrava fosse piaciuto a un discreto numero di persone; la seconda che le sue ricerche non potevano fermarsi.
Nei mesi successivi, parecchi lettori lo contattarono, ringraziandolo e chiedendogli di non smettere di scrivere.
Il farmacista Gut Brain Coach li accontentò, aprendo questo blog, e mettendosi subito al lavoro su un secondo libro.
Non solo.
Continuando a studiare, ebbe anche la conferma che comunicazione cervello-intestino non è né statica né lineare.
Scoprì, per esempio, che 20 anni di ricerca sul cervello con le tecniche di imaging avevano dimostrato l'esistenza di diverse reti cerebrali interattive capaci di modificare l'esperienza del dolore, amplificandola o inibendola. Tra queste, in particolare si mise ad approfondire la “rete della salienza”, una rete neurale che decide se un certo evento (esterno, così come interno, proveniente dall’intestino) vada ritenuta una minaccia oppure no. L’aspetto incredibile era che la rete della salienza fosse in grado di rispondere non solo a eventi che stanno accadendo, ma anche a quelli che non sono ancora successi.
E se - si chiese di nuovo il Gut Brain Coach - la meditazione potesse davvero aiutare? Se fosse sul serio in grado di ridurre il dolore, di migliorare l’omeostasi, di avere in pratica effetti concreti sul benessere delle persone?
Da questa domanda e dalle successive risposte trovate grazie alla ricerca, ebbe la conferma che la sindrome dell’intestino irritabile e le altre difficoltà che colpiscono il sistema digerente, il microbiota, e dunque l’intero organismo umano, dovevano essere trattate con un approccio integrato tra corpo e mente, proprio come sono integrate le due parti dello stesso insieme.
Fu allora che il non più giovanissimo farmacista Gut Brain Coach decise di tornare sui banchi di scuola. All’Università di Udine, trovò un Master in Meditazione e Neuroscienze, la cui locandina recitava:
“Il Master si propone di fornire i fondamenti teorici e le abilità pratiche relative alle principali forme di meditazione e al contesto storico, psicologico e spirituale nel quale sono state sviluppate. Inoltre, presenta in maniera critica e sistematica gli studi di neuroscienze di base, sperimentali e cliniche, relativi alla meditazione e alle sue applicazioni in ambito medico e psicologico”.
E fu così che si iscrisse.
[…]
Continua
Per forza: la “segmentazione” ha permesso alle scienze mediche un’altra cosa che finisce in “azione”: la specializzazione, da cui il progresso.
Codesto non più giovanissimo ma Esperto e Appassionato apre strada nella Storia del Gut Brain !
Fra Fra grazieeeee di portare luce e consapevolezza, il tuo arduo lavoro non verrà mai meno anzi si tramanderà per generazioni ❤️🔥
👏🧠