Aerofagia portami via: quando non sei verde ma assomigli a Fiona...
Eruttazioni incontrollabili: il caso di Anna, 35 anni, e un problema di aerofagia
Oggi parliamo di aerofagia, eruttazioni incontrollabili, e pancia gonfia (in medichese, “addome disteso”), un impiccio che si cura con la lentezza, l’attenzione, una masticazione lenta e un generale miglioramento dello stile di vita
Ho trentacinque anni e sembro Fiona, la moglie di Shrek.
È così che mi chiamano le bellissime e stronzissime super mamme dell’asilo di mio figlio.
Ho fatto tutto presto. Ho fatto tutto bene: laurea, esame di stato, stage non retribuito, colleghi pronti a piantarti un coltello nella schiena, eccetera… Ho superato tutto. Anche la gravidanza, il peso in più, le smagliature, la scelta tra 872 modelli di passeggino. I consigli altrui su come crescere mio figlio.
Allattamento a orari fissi.
No, meglio on demand.
Pupo nel letto.
E l’intimità dove la metti?
In camera sua, “che deve diventare autonomo”.
A due mesi???
Ho ascoltato i suggerimenti di chiunque, dalla suocera all’estraneo al bancone del bar. Su cosa fare e cosa no, mai, assolutamente. Su cosa mangiare per perdere peso, tornare in forma, eccetera…
Sono sempre stata un pelino ansiosa, lo ammetto. Ma chi non lo sarebbe con tutti questi dispensatori di consigli sempre pronti a confutare qualunque cosa tu faccia, dica, mangi o non mangi?
Dopo tutto questo, quando ormai credevo di aver già visto e superato il peggio del peggio, ecco che il pupo è uscito dal nido. E, quasi contemporaneamente, il mio stomaco ha iniziato a gonfiarsi.
A trentacinque anni, dopo aver perso il 90% dei chili presi con la gravidanza, ecco che sono diventata Fiona.
Chi lo dice?
Il nome con cui mi chiamano le super mamme della chat dell’asilo. Pardon, “scuola dell’infanzia”.
Ero appena uscita da una riunione obbligatoria (per decidere il tema della festa di Halloween), chiaramente in pasticceria. Ero ancora ferma nel parcheggio, in attesa di immettermi nella carreggiata, quando una di loro ha sbagliato chat, mandando su quella dell’asilo una GIF che inequivocabilmente si riferiva a me.
“Oggi Fiona si è proprio superata!!!!”
Pochi secondi, e il messaggio è stato cancellato, forse dall’incauta emittente, o forse da una delle altre wonder women, una di quelle che si svegliano truccate, fanno wall-pilates, preparano la pappa al pupo e la schiscetta per loro col Bimby.
“Fiona”: è così che mi chiamano. È così che mi vedono le super mamme. Il problema è che hanno ragione.
Come dicevo, non sono verde e non ho le orecchie a trombetta. Non ho nemmeno i capelli rossi, come la favolosa orchessa di Shrek. Ma ho la pancia gonfia e poi, soprattutto, non riesco a smettere di ruttare. In continuazione.
Il gonfiore mi costringe a vestirmi tipo sacco. Mentre le super mamme indossano capi alla moda, io con le cose a vita alta sembro madonna Bernarda gravida, appena uscita da un brutto affresco del medioevo. La mia pancia si vede comunque, pure sotto al taglio impero.
Ma il peggio è che si sente: dalla mattina alla sera (ma più spesso di sera), non riesco a smettere di eruttare. Un rutto dietro l’altro. Senza sosta.
Dev’essere il Karma. Per forza.
Devi essere stata cattiva, molto cattiva, mi dico, o non si spiega perché questo supplizio…
Il caso di Anna: gonfiore addominale, eruttazioni e dunque aerofagia
Anna, una giovane donna di 35 anni, si siede davanti a me nell'Angolo del Microbiota, come ormai chiamo la stanza riservata alle consulenze del Metodo Intestino Felice nella farmacia dove lavoro.
Mi racconta sconsolata che, nell'ultimo anno, ha iniziato a soffrire di gonfiore addominale e frequenti episodi di eruttazione incontrollabile, che hanno compromesso significativamente la sua vita sociale e lavorativa.
I sintomi sono peggiorati negli ultimi mesi, portandola a cercare aiuto medico. Purtroppo senza grandi risultati.
I sintomi dell’aerofagia:
gonfiore addominale visibile e spesso accompagnato da dolori gassosi diffusi;
episodi di eruttazione improvvisi, incontrollabili, che durano per periodi prolungati, talvolta tutto il giorno, con una frequenza che supera una dozzina di rutti al minuto.
Anna mi racconta che i suoi sintomi peggiorano con il passare della giornata e diventano particolarmente fastidiosi in situazioni di stress.
Nonostante il gonfiore peggiori con i pasti, né l'eliminazione di certi cibi né i farmaci antiacidi la aiutano ad alleviare i sintomi.
Nel colloquio, Anna riporta la sua storia medica, sottolineando che in una ecografia addominale le era stata riscontrata una forte presenza di gas nello stomaco e nell'intestino, confermando la diagnosi di aerofagia.
CHE COS’è IN PRATICA L’AEROFAGIA?
Aerophagia è il latino per "inghiottire aria" e questo riassume praticamente l'intera condizione. Quando inghiottiamo grandi quantità di aria, lo stomaco si riempie, provocando fastidiose pressioni e distensione.
L'aria che non riusciamo a eruttare continuerà a viaggiare nel nostro tratto digestivo, causando una pressione e una distensione nell'intestino sgradevoli finché non ce ne liberiamo.
Il punto è che il gas ingerito va espulso: per uscire, o lo fa dalla bocca oppure in “trombetta”, come le scoregge di Barbariccia di cui parlava il Sommo Poeta.
«Ed elli avea del cul fatto trombetta».
L'aerofagia si accompagna a un sintomo spesso rivelatore: attacchi di eruttazione incontrollabili. Cioè rutti rumorosi, sostanziosi e potenti che possono colpire apparentemente di punto in bianco e spesso arrivano in un'ondata incontrollabile e ripetitiva di una dozzina o più rutti al minuto.
Le persone con aerofagia sono portate a inghiottire aria in diversi momenti: nel sonno, mentre parlano, mangiano o bevono, mentre cantano, lavorano, fanno partire le lavatrici. In pratica, sempre. Per questo, il gonfiore e l'eruttazione dell'aerofagia possono colpire in qualsiasi momento della giornata.
Lo stress potrebbe peggiorare il quadro.
E il meteorismo?
Mentre l'aerofagia dipende dall'eccessiva introduzione di aria dalla bocca, il meteorismo deriva dalla sovrabbondante produzione di gas nell'intestino che, prima di essere espulso, ne dilata le pareti e provoca gonfiore e spasmi. Ne parleremo più avanti…
Tornando ad Anna, lo stress accumulato da un ritmo di vita frenetico, spesso fuori casa, unito alle incombenze di madre e moglie e gli episodi di ansia di Anna sembrano essere tra le cause principali dell'ingestione frequente di aria.
Le serviva un piano che prendesse in considerazione non solo la pancia, e i sintomi, ma tutto l’insieme:
stile di vita e abitudini;
emozioni;
tecniche di masticazione;
tecniche di respirazione;
integratori naturali.
Abbiamo quindi iniziato a valutare in modo personalizzato diversi aspetti del suo stile di vita, analizzando tutte le abitudini che potevano essere collegate a un'ingestione eccessiva di aria.
Anna masticava spesso gomme. Mangiava in fretta, molto in fretta, e beveva altrettanto velocemente.
– Non ho tempo per niente – mi ha detto.
Prima che potessi rispondere con una di quelle frasi tipo “Eh, ma il tempo si trova…” ecco che ha aggiunto, vagamente minacciosa:
– Dottore, hai presente, a quante cose deve badare una donna?
Intrappolata da mille faccende, Anna dormiva poco, andando a letto tardi, spesso col telefono sul naso, e soprattutto male.
Capito il quadro, le ho suggerito abbiamo iniziato a lavorare sul ritmo dei suoi pasti.
più attenzione e consapevolezza a tavola
masticazione lenta;
bocconi distanziati da almeno sette secondi.
Mangiare davanti alla TV, o all’iPad, davanti a House of Cards o ai cartoni per iptontizzare il pupo, oltre al pargolo, iptontizza pure noi.
No, “iptontizzare” non è un refuso: è l’esito di un genere di ipnosi capace di renderci tutti quanti un po’ più tonti. Ci toglie attenzione da ciò che invece ne merita: la presenza della family intorno al tavolo, il pasto in sé, e ciò che sta entrando nel nostro organismo.
Ciò che mangiamo e il modo con cui lo ingeriamo è un “farmaco” che può curarci o intossicarci.
Nell’Amore ai tempi del colera1, Gabriel García Marquez scrive di come il suo dottor Juvenal Urbino fosse convinto che “il 70% del cibo consueto affrettasse la morte”.
Il punto è che concentrarci su ciò che ingeriamo ha un doppio effetto benefico:
disattiva il sistema simpatico (quello che ci permette di scappare dai pericoli);
attiva il sistema parasimpatico (quello che invece dovrebbe essere predominante nelle fasi di riposo e digestione).
Se, come Anna e molti altri, siamo abituati a ingozzarci, tocca cambiare sistema.
Per limitare l’eccessiva ingestione di aria, è importante:
concentrarci sulla masticazione che dev’essere lenta e focalizzata;
rallentare di molto la velocità di ingestione, facendo passare possibilmente circa sette secondi tra un boccone e l’altro.
Sette secondi?
Esatto. Idealmente, tra un boccone e l’altro, dovremmo far passare 7 secondi.
Sembra un’eternità, vero?
Eppure basta fare un po’ più attenzione a ciò che abbiamo nel piatto. Alla consistenza, al sapore e ai profumi del cibo in bocca, pensando attentamente alle sensazioni che il contatto del cibo lascia sui denti, sul palato e sulla lingua. Questo è un ottimo esercizio per rallentare il ritmo ma anche per focalizzarci sul qui e ora, liberando la mente dallo stress e aggiungendo un po' di mindfulness al cibo.
E le emozioni? Quanto pesano sul gonfiore addominale?
La risposta è parecchio.
Per definire meglio le emozioni di Anna nei vari settori della sua vita, abbiamo iniziato a lavorare sul coaching, esplorando lavoro, famiglia, finanze, relazioni...
Il percorso l’ha aiutata a mettere un po' di ordine nei suoi pensieri, definire i suoi valori e trovare un giusto equilibrio tra le varie aree.
Per ridurre l’ingestione di aria, le ho poi suggerito di avvicinare il mento verso il petto quando ingoiava.
Per migliorare il controllo sul respiro, le ho insegnato alcune semplici tecniche di respirazione diaframmatica.
Per gestire meglio la pressione dello stress, le ho consigliato alcuni integratori naturali.
Per ridurre la formazione di bolle di gas nel tratto digestivo, le ho suggerito il simeticone prima dei pasti.
Simeticone?
Il simeticone (o dimeticone) è un principio attivo che riduce la tensione superficiale delle piccole bolle d’aria presenti nel muco e nel materiale presente nello stomaco e nell’intestino. Funziona come un antischiumogeno che favorisce l’unione delle bolle d’aria, e la loro espulsione.
E poi?
Dopo alcuni mesi di trattamento, Anna ha riportato una significativa riduzione dei sintomi.
La combinazione di coaching, rimedi naturali e modifiche allo stile di vita le ha permesso di gestire efficacemente l'aerofagia, migliorando notevolmente la sua qualità di vita, non solo a livello di gonfiore.
La soddisfazione più grande è stata poi ascoltare dalla voce di Anna che il suo percorso con me non solo aveva migliorato i suoi problemi di gonfiore, ma l'aveva aiutata concretamente a migliorare la serenità in famiglia, tanto da ricevere l'apprezzamento di suo marito per il suo rinnovato entusiasmo verso il lavoro e la nuova serenità che era riuscita a trasmettere in famiglia.
Riepilogando, per ridurre l’aerofagia, Anna ha scelto di:
rinunciare alle gomme da masticare;
fare più attenzione al ritmo dei pasti, al cibo ingerito e alla velocità di ingestione (sette secondi tra un boccone e l’altro, e masticazione lenta);
usare preferibilmente una cannuccia per bere;
curare di più il suo sonno, migliorandone l’igiene e la pratica.
prendere la vita intera con un filo di leggerezza in più.
“L’amore ai tempi del colera” è uscito per la prima volta nel 1985.
Grazie di farci fare queste belle risate e vedere con leggerezza di non essere la sola ad avere i gonfiori di pancia 😅 e trovarmi a disagio in tante occasioni.
Con i tuoi consigli e lavoro consapevole potremo diventare altro che Wonder Woman !!!
Metterò in pratica mentre mangio l’ inghiottire con il mento verso il petto.
Non vedo l’ora di leggere riguardo ai Meteorismi 😣
A presto Fra 🚀