Onniscienza endogena: e se di colpo sentissi cosa succede dentro di te?
E se diventassi improvvisamente cosciente di ogni organo, cellula, apparato e sistema?
È sera e sei a letto. Luci basse, telefono già in carica ma ancora in mano. Sono le undici, e sai che dovresti metterti a dormire, perché da qualche parte hai letto che dopo la mezzanotte il tuo organismo rallenta la produzione di melatonina, l’ormone che tra le altre cose facilita il sonno.
È proprio ora: dovresti appoggiare il telefono, anzi - meglio - dovresti metterlo in un’altra stanza. Ma non hai sonno, anche perché stai anche provando un disagio qualsiasi, un fastidio fisico (come un dolorino appena sotto l’ombelico, la pancia gonfia, le testa pesante) o un’occorrenza emozionale antipatica, magari una sensazione di ansia per tutte le cose che dovrai fare domani, o una di disagio per quelle andate storte oggi.
Sarebbe ora di mollare il telefono e provare a dormire, ma hai bisogno di rilassarti e il telefono ti aiuta con un infinità di video divertenti. Altri cinque minuti.
Un altro reel. Facciamo due.
Tra questi, l’ultimo video riprende un gatto nero a macchie bianche fissato con l’ordine che sistema tutto ciò che ha davanti: crocchette, foglie secche, briciole di pane, due scatoline blu e tre scatolette gialle, perfino il filo di un caricabatterie, che sposta di qua e di là con la sua zampetta pelosa fino a posizionarlo al centro esatto di una piastrella viola, 12,5 centimetri dalla fuga di destra e altrettanti da quella di sinistra. Lo sai perché l’umano che ha ripreso la scena ha anche misurato la distanza con un righello.
Immagina che da qualche parte, nel tuo organismo, ci sia un comando segreto.
Una di quelle distopie da condizionamento militare che si vedono in certi film: nel sentire il “comando”, il soldato uccide il Presidente.
Il comando in oggetto si attiva solo con una certa, super specifica, sequenza di immagini: crocchette, foglie secche, briciole di pane, due scatoline blu e tre scatolette gialle, zampetta pelosa di gatto nero a macchie bianche, caricabatterie, righello, piastrella viola.
Nel vedere il video del gatto nero a macchie bianche, hai attivato la sequenza, e di colpo, dal nulla, inizi a ricevere tutti gli aggiornamenti di cosa succede nel e al tuo organismo. In tempo reale.
Fino a un istante prima, stavi sghignazzando per il gatto nero a macchie bianche, ma adesso hai piena coscienza di cosa accade nel tuo corpo e nel tuo cervello, pelle, organi, apparati, sistemi, cellule, batteri, funghi, parassiti del cavo orale, del derma, nelle mucose e nel tuo intestino.
Hai la totale e precisissima consapevolezza delle operazioni endogene, delle percezioni esogene, delle risposte interne a ogni singolo stimolo esterno e interno. Dal board di direzione della tua azienda Corpo&Cervello (se ti chiedi quale azienda, leggi qui), mandi messaggi a buona parte degli altri 70 trilioni di membri del tuo staff, ricevendone almeno un paio da ognuno di loro.
All’improvviso, sai tutto ma proprio tutto di te.
Non solo di cosa c’è dentro il tuo corpo, quello che l'antropologo Hermann Pontzer chiama “secchio ambulante e sciaguattante”, ma anche di come funzioni davvero. Non è teoria, ma esperienza.
Attivando la sequenza, hai acquisto l’onniscienza endogena e ora sai - anzi senti - tutto quello che stai facendo lì dentro.
Sai che respiri, pompi sangue su e giù, trasformi la cena in nutrienti e i nutrienti in energia, spingendo il resto nell’intestino, verso un tunnel lungo quasi dodici metri, ripari un micro ossicino che nemmeno sapevi si fosse rotto, ingaggi una battaglia all’ultimo sangue nei peli del naso contro un virus potenzialmente letale che hai raccattato nel pomeriggio, fai il budget per il tuo bilancio corporeo, poi lo rifai, lo adegui, espelli scorie, residui di cibo, cellule morte e impazzite, schifezze varie. Scopri che mentre guardavi il video del gatto nero a macchie bianche, il nucleo del rafe nel tuo tronco encefalico rilascia qualche microdose di serotonina, la stessa sostanza che producono in più grande quantità i tuoi stessi microbi intestinali. Prendi consapevolezza del tuo microbiota, una comunità di 39 trilioni di batteri, funghetti e parassiti che coabita con le altre cellule del tuo organismo. Percepisci la natura di ogni singolo elemento del tuo microbiota.
OMG!
Oh My Gut!
Ne ignori il nome, ma ora ne conosci il “carattere”, ruolo, posizione, capacità, e ti rendi conto di quanti altri equilibri dipendano direttamente dall’equilibrio del microbiota. Scopri di avere, nel tuo intestino, una barriera che ti protegge dalle infezioni. Senti cosa succede se le maglie della barriera intestinale si allargano. Vedi e senti cambiare le tue difese, l’umore, la produttività, la qualità del sonno, la digestione, perfino i pensieri e le emozioni. Vedi e senti il peso del tuo stile di vita, gli effetti di ogni scelta che tu abbia mai fatto. Vedi e senti ogni tua decisione. Ogni minaccia reale e percepita, ogni reazione memorizzata, ogni ricordo archiviato. Ogni raffreddore superato, i segni del morbillo in terza elementare, le tracce delle microplastiche e degli ftalati che hai ingurgitato nel corso della tua vita, le cicatrici, ma vedi e senti anche ogni molecola di vitamina D attivata da un’ora al sole, ogni molecola di ossitocina in circolo grazie a un sorriso, un abbraccio, un pensiero felice, un legame sicuro.
È uno tsunami di informazioni, buona parte delle quali terrificanti.
Il flusso di dati ti stordisce.
Sul serio: è davvero troppo.
Come quando Jim Carrey/Bruce Nolan nel film “Una settimana da dio” sente in testa le preghiere di tutti i fedeli del mondo.
Se non l’hai visto, ti spoilero solo un pezzo della trama:
Bruce Nolan è un giornalista simpaticissimo che lavora in una Tv locale e non vede l’ora di fare il grade salto. Quando quel gran sacripante del suo collega gli soffia la promozione, Bruce perde le staffe, fa una piazzata in diretta e una volta tornato a casa litiga con la sua compagna urlando come un matto contro Dio, che gli sta rendendo la vita un inferno, invece di risolvergliela, cosa che potrebbe benissimo fare in cinque minuti. Siccome il Dio del film - interpretato da Morgan Freeman - oltre a essere onnipotente è pure onnisciente, e diciamocelo, un filo permaloso, a fronte di tante lamentele, decide di metterlo alla prova, e gli traferisce la sua onnipotenza. Quindi Bruce, grazie alla delega, diventa Dio ad interim. Dopo avere approfittato per un po’ dei suoi nuovi poteri, togliendosi giusto un paio di sfizi, viene però richiamato all’ordine dal grande capo circa i suoi doveri, uno dei quali è ascoltare le preghiere della gente. Di colpo, Bruce sente le voci dei fedeli del mondo. Tutte quante. Nella sua testa. Per non impazzire, in quanto onnipotente, decide di trasformare le voci in email. Le mail sono migliaia. Anzi milioni e milioni. Una sull’altra, senza sosta. Da qui la necessità di rispondere velocemente, tanto, troppo velocemente, a tutte…
E qui mi fermo.
Ora immagina di prendere consapevolezza di una valanga di richieste, imprecazioni e suppliche. Immagina di percepire ogni evento interno/esterno, reale e non, che coinvolge ognuno dei tuoi atomi.
Non importa cosa sapessi fino a un momento fa sul funzionamento del tuo corpo, sulle connessioni tra corpo e cervello, tra sensazioni fisiche e pensieri, tra pensieri e comportamenti, tra soma e psiche, tra Psiche e Amore, eccetera.
È possibile che tu sapessi già di non avere un organismo fatto di compartimenti stagni, ma di vivere in un unicum di soma e psiche. Magari sapevi già di avere almeno due cervelli, uno in alto, l’altro un po’ più giù, e di vivere in simbiosi con il tuo microbiota. Forse avevi letto la storia del professor Michael D. Gershon e della sua teoria dei due cervelli. Forse ti è capitato per le mani il mio libro Intestino senza pensieri, o forse hai letto un altro libro, o ascoltato un podcast o visto un video, sulla sindrome dell’intestino irritabile - IBS Irritabile Bowel Syndrome – e le relative connessioni con il tuo stile di vita.
O forse no.
Cosa sapessi prima di questa notte è comunque poco rilevante: ciò che conta è che ora, di colpo, non ti limiti a sapere, ma SENTI tutto il tuo organismo. Senti e capisci tutta la tua esistenza, dalla prima all’ultima molecola: azioni, reazioni, pensieri, opere e omissioni.
E forse adesso, inizi a percepire di non aver bisogno di un’altra mini-bag griffata, di un nuovo smartphone, o di un’altra auto. Forse ti viene perfino il dubbio di non aver mai capito granché.
Forse, adesso, stai cominciando a realizzare che lo stress contro cui combatti ha a che vedere con la tua pancia, e che le emozioni che ti infastidiscono e intralciano fanno parte di un sistema complesso in cui è tutto collegato.
Dentro e fuori.
Sopra e sotto.
Come in alto così in basso.
Okay. Questa è solo immaginazione, un racconto parecchio distopico che ho scritto per chiederci cosa succederebbe se DAVVERO sentissimo quel che accade dentro di noi.
Se questo super potere durasse anche solo pochi minuti, capiremmo subito un sacco di cose sul nostro organismo e sulle nostre scelte di vita. Capiremmo le vere priorità. Impareremmo ad ascoltare i segnali e a interpretarli correttamente. Daremmo un significato tutto nuovo alle nostre occorrenze emozionali.
Se però disponessimo sempre, in ogni momento, di una tale onniscienza endogena, è certo che ne saremmo paralizzati.
Eppure, il nostro cervello analizza tutta questa gigantesca mole di dati per farci vivere. Ogni giorno. Anzi, ogni micro-istante della nostra giornata, provando a mantenere “positivo” il bilancio corporeo del nostro organismo. E per farlo ha bisogno di essere in forma. Riposato, ben nutrito, carico di energia, lucido. Così da fare “previsioni” corrette, senza farsi prendere dal panico.
Ecco perchè è fondamentale dormire le giuste ore di sonno, alimentarci nel modo più equilibrato possibile, tenendoci in forma fisicamente e imparando a gestire lo stress al meglio delle nostro possibilità. Proteggendo e curando ogni giorno il nostro corpo e, di conseguenza, il nostro cervello.
Ma di come il nostro organismo si attiva per proteggere il nostro cervello quando noi maltrattiamo il nostro corpo, con purtroppo, qualche conseguenza negativa per il nostro umore, ne parleremo nel prossimo post.