È colpa della gravità?
IBS, posizioni: correlazione tra la sindrome dell'intestino irritabile, il malumore, il sonno agitato e il fatto di muoverci meno del necessario
Brennan era appena arrivato a trovare la zia Teresa, sorella di sua madre.
Erano entrambe italiane. Non di Capri, ma di Portogruaro. Ed entrambe sognavano il cinema: una voleva fare la sceneggiatrice, per far ridere la gente, l’altra la regista, per lo stesso motivo.
Le due sorelle non erano riuscite nel loro intento, ma ci avevano provato a lungo, nel frattempo lavorando in un’agenzia di pubblicità, prima come stagiste, e poi come freelance a cottimo. Col tempo, decisero entrambe di abbandonare le loro aspirazioni, anche un filo annoiate da un mondo molto diverso dalle aspettative, per concentrarsi sul business della pubblicità. Qualche anno più tardi, Teresa e sua sorella - la mamma di Brennan - comprarono l’agenzia, dando vita, tra l’altro, a una serie di spot esilaranti che avevano fatto la storia.
Ora Teresa non lavorava più. Era una signora sagace sulla settantina, tormentata però da un dolore costante alla schiena che negli ultimi tempi le aveva tolto la voglia di uscire e anche quella di ridere. Da giorni, la mamma di Brennan lo tempestava di messaggini per ricordargli di far visita alla zia.
“Varda che o so che ti si impegna’ e chissà quanti pazienti che te gà, ma amore, varda che 'a xia no 'a sta massa ben…”
“Ti si anda’ da ‘a xia?
“Ciò toso, in che lingua go da dirte de andar da 'a xia?
Quando finalmente il dottore riuscì a prendersi un pomeriggio libero per far visita alla cara zietta, nel visitarla, rimpianse di non esserci andato prima.
Teresa era a letto da diverse settimane. Abituata a una vita parecchio dinamica, ora pareva spenta, tutta un’altra donna. Non solo: aveva il ventre gonfio di gas, e alla palpazione, sintomi di una possibile colite (o meglio di una sindrome dell’intestino irritabile).
Riferiva di far fatica ad andare in bagno, di sentire dolore alla pancia e di essere davvero davvero triste. Non solo, da qualche giorno, dormiva poco e male.
Da bravo gastroenterologo, Brennan capì subito che umore, dolore, costipazione, sonno tormentato e posizione dovevano avere qualcosa in comune.
“Allora… cossa xeo che no va, Brenni?” Chiese la zia.
“Maybe I’m wrong, ma par mi, it’s the gravity…. xé la gravità, zia”.
Finita la visita, tornò in clinica, formò un gruppo di ricerca, e si mise a studiare gli effetti della gravità sul sistema gastrointestinale (il suo universo di riferimento) e i relativi effetti sugli altri.
Nel dicembre 2022, il frutto delle sue ricerche comparvero sul “The American Journal of Gastroenterology”, con un articolo che si intitolava:
Gravity and the Gut: A Hypothesis of Irritable Bowel Syndrome
Del dr. Brennan Spiegel, direttore dell’Health Services Research, presso l’ospedale Cedars-Sinai di Los Angeles
Tutti in piedi, di corsa!
Il nostro corpo si è evoluto per stare in piedi. E fin qui, nulla di nuovo (sul fronte occidentale).
Il punto è che stare in piedi è la posizione che permette al nostro scheletro e a ciò che contiene di funzionare in linea con la forza di gravità, la quale - come ci insegnò il buon Newton - attrae tutto verso il basso.
Parlando di nutrienti in ingresso e scarti in uscita, per esempio, il transito intestinale funziona anche grazie alla forza di gravità che facilita la discesa del pranzo e poi lo smaltimento rifiuti, giù giù, fino all’uscita sul retro, nonché dal retto.
Il sistema gastrointestinale non è l’unico a beneficiare della forza gravitazionale, con lui anche quello muscoloscheletrico, vestibolare e cardiovascolare (oltre ad altri non mostrati).
Figura tratta da “The American College of Gastroenterology1”
Pensiamo a quando siamo costretti a letto da un acciacco o una malattia.
Oppure a quando la nostra schiena duole al punto da camminare col mento a terra.
Ma anche, spingendoci un po’ più in là, a quante ore l’umanità trascorra in una posizione diversa da quella pensata per la gravità: seduti in auto per andare al lavoro, seduti al lavoro, seduti durante i pasti, stravaccati sul divano e poi via a letto…
Se questi sistemi si trovano in posizioni diverse da quella per cui ci siamo evoluti, ecco che si verifica un disallineamento tra la forza g prevista e quella effettiva sul corpo.
Il disallineamento provoca conseguenze, in parte mediate dal microbiota.
Le conseguenze innescano il sistema nervoso periferico fino a provocare sensazioni viscerali e somatiche nel sistema nervoso centrale, le quali in parte sono a loro volta mediate dalla serotonina.
“Se l'intolleranza alla gravità persiste nel tempo, i nervi afferenti si sensibilizzano a livello periferico, portando infine a una sensibilizzazione centrale e a un'ipervigilanza per proteggere l'organismo dalle sollecitazioni gravitazionali percepite come al di fuori del range di integrità somatica e viscerale. All'estremo, il cervello sovrastima la previsione di eventi di forza g che non si stanno verificando o che potrebbero non verificarsi mai, portando a una forma di allodinia2 viscerale caratterizzata da sensazioni viscerali. Se non viene corretta, questa sequenza porta a emozioni, cognizioni e comportamenti disadattivi, progettati per massimizzare la sopravvivenza in un mondo legato alla gravità3”.
IBS E MAL DI SCHIENA
Visto che fino all'80% dei pazienti con IBS riferisce dolore alla schiena, i ricercatori si sono posti una questione di causa ed effetto:
- Il dolore viscerale si irradia o si riferisce semplicemente alla schiena, simulando un'origine muscolo-scheletrica?
- Oppure è vero il contrario: il dolore muscoloscheletrico causa il dolore viscerale?
- O entrambe le cose?
Gli studi sono ancora in corso, ma a oggi appare già evidente una correlazione tra la disfunzione delle strutture di supporto muscolo-scheletriche e i sintomi della sindrome dell'intestino irritabile, tanto che a livello diagnostico la presenza di mal di schiena aiuta anche a differenziare l’IBS da altri disturbi gastrointestinali.
Muoverci, e fare ginnastica ci aiuta con l’IBS
È stato dimostrato che rafforzare e/o riallineare le strutture di supporto muscolo-scheletriche, riduce i sintomi della sindrome dell'intestino irritabile.
In effetti, esistono numerose ricerche che dimostrano i benefici della terapia fisica, dell'esercizio fisico e della terapia manipolativa osteopatica per l'IBS.
L'esercizio fisico - la ginnastica, il movimento - non solo protegge dai sintomi gastrointestinali, ma favorisce anche il transito colonico e l'eliminazione dei gas, suggerendo una relazione di causa-effetto tra forma fisica e fisiologia gastrointestinale. Le ricerche indicano anche che lo yoga e la terapia di consapevolezza corporea migliorano i sintomi gastrointestinali.
La verità è che stiamo seduti e sdraiati più tempo di quanto dovremmo. Basta alzarci, allungare le braccia verso l’alto, stiracchiarci come i cuccioli, ed ecco che subito succede qualcosa di molto bello.
Viceversa, trascorrere le giornate davanti ai computer, e le serate incollati agli smartphone - proprio come dicevamo nel post precedente - è qualcosa che non aiuta affatto il nostro benessere.
E nemmeno il nostro umore…
Figura 1 - Copyright © 2022 The Author(s). Published by Wolters Kluwer Health, Inc. on behalf of The American College of Gastroenterology. This is an open access article distributed under the terms of the Creative Commons Attribution-Non Commercial-No Derivatives License 4.0 (CCBY-NC-ND), where it is permissible to download and share the work provided it is properly cited. The work cannot be changed in any way or used commercially without permission from the journal.
Per allodinia in campo medico si intende un impulso doloroso sentito dalla persona in seguito a uno stimolo innocuo (spesso capita che il semplice toccare la parte interessata provochi una sensazione di dolore).