Come riconoscere un’intolleranza alimentare
Intolleranza oppure allergia? Come capire se sei solo intollerante a un certo tipo di carboidrato o allergico a uno zucchero specifico?
Intolleranza alimentare: una definizione
Chiamiamo intolleranza alimentare una forma di allarme che il tuo organismo lancia per dirti che alcuni gruppi di cibo non gli vanno giù. O meglio, che certi alimenti vanno giù e poi tornano su. Si ripresentano, e tornano per tormentarti con uno o più fastidi che ti fanno pentire di averli mai comprati, impiattati oppure ordinati e quindi ingeriti.
Che differenza c’è tra intolleranza alimentare e allergia alimentare?
L’intolleranza alimentare è antipatica. L’allergia alimentare è pericolosa.
La prima è un po’ come una zia che inviti a pranzo. Per l’occasione cucini tu e le prepari un piatto speciale, per esempio un bel fegato alla veneziana. Lei lo mangia spazzolando l’intero cestino del pane per fare la scarpetta e, nonostante qualche smorfia, sembra gradire parecchio.Finché, dopo un po’, inizia a brontolare.
“Mi sa che hai esagerato col burro.”
“No zia, 30 grammi precisi spaccati.”
“Allora troppe cipolle.”
E il giorno dopo ti riempie WhatsApp di lunghissimi messaggi vocali per lamentarsi che non ha dormito. Per colpa tua.
“No, guarda Giangiacomo, te lo devo proprio dire… ti lascio un vocale che faccio prima… Aspetta che salgo in macchina… Ecco ecco, comunque niente, volevo dirti grazie per ieri ma sappi che la zia non ha chiuso occhio, lo sai Giangiacomo che la zia per colpa tua è stata male male male? Ma male, eh, male male male…”
Restando nel parallelo, l’allergia alimentare è sempre la zia invitata a pranzo che arriva a casa tua e subito ti chiede:
“Non dirmi che hai fatto il fegato.”
“No zia, giuro. Niente fegato.”
“Bugiardo! Fammi vedere Facebook, che la zia lo sa che hai degli amici veneziani…”
Anche se le dici che non apri Facebook dal 2020, lei non ti crede e allora scandaglia il frigo col Luminol di CSI per accertarsi che non ci sia MAI passata nemmeno l’ombra del fegato. Se per disgrazia ne trova tracce, ecco che la zietta diventa Charles Manson e allora sono guai.
L’intolleranza alimentare - come la zia omonima - è fastidiosa, ma arginabile. L’allergia alimentare invece è una vera minaccia. Una specie di spaventosissimo killer che vive in te.
Il punto è che le reazioni della allergia dipendono dal sistema immunitario che si attiva in maniera anomala anche solo se l’alimento “tabù” si è avvicinato al resto del cibo.
Quindi, se sei a tavola con una persona che sa di avere un’allergia alimentare, e ti viene il dubbio che esageri (cioè che la metta giù più dura di quanto non sia) considera che dentro di lei abita una zia Manson.
I SINTOMI DI UN’INTOLLERANZA ALIMENTARE
A differenze delle allergie, i sintomi (cioè i fastidi) delle intolleranze non arrivano subito, ma si fanno sentire dopo un po’ (da quattro a otto ore dopo aver consumato il carboidrato fastidioso) e possono toccare:
il sistema gastrointestinale - digestione faticosa, pancia gonfia, flatulenza, afte, fame costante o al contrario inappetenza, nausea, stipsi o il suo opposto;
il derma - irritazioni, prurito, piccole piaghe ed escoriazioni della pelle;
il sistema respiratorio - difficoltà respiratorie, tosse, bruciore, sensazione di gola secca.
La cosa fondamentale da capire è che le intolleranze alimentari non sono dannose per la tua salute. La diarrea a cui potrebbero portarti non è di natura infiammatoria e quindi - di norma - non danneggia il tuo intestino.
In alcuni casi, le intolleranze possono poi anche portare a:
- variazioni del peso;
- ritenzione idrica;
- acidità di stomaco;
- alito cattivo;
- disbiosi intestinale;
- sindrome dell’intestino irritabile.
QUALI SONO LE INTOLLERANZE ALIMENTARI PIÙ COMUNI?
Quelle legate all’ingestione di cibi appunto parecchio comuni: pasta, latte, polioli...
Partiamo dai carboidrati, in altre parole, dagli zuccheri.
Gli zuccheri sono i nutrienti che fermentano di più, e che fermentando producono gas, che poi in qualche modo deve uscire. Esatto, sotto forma di puzzette.
Quando però le puzzette vanno a braccetto con alito cattivo, pancia gonfia e dolente, attacchi di diarrea, risvegli improvvisi per correre in bagno, è il caso di farti qualche domanda.
…Oppure di scrivermi!
INCISO: oltre ai passi, hai mai contato i tuoi peti? Se non l’hai mai fatto, provaci, e sappi che in media ognuno di noi scoreggia tra le otto e le venti (VENTI!) volte al giorno, espellendo da da mezzo litro a due litri di gas al dì.
COME FUNZIONA LA DIGESTIONE DEGLI ZUCCHERI?
Il tuo corpo ha diversi “reparti” che si occupano della digestione zuccherina.
Nella saliva e nel pancreas hai una squadra di enzimi chiamata amilasi. Il mansionario di questi enzimi comprende la digestione dei carboidrati, che avviene rompendo lunghe catene di amido in zuccheri semplici in modo che possano essere facilmente assorbiti.
Un altro gruppo di enzimi lavora nell’intestino tenue, rompendo zuccheri come quello del latte (il lattosio) e quello da tavola (il saccarosio).
Oltre ai team degli enzimi, hai anche un servizio di trasporto lungo l'intestino tenue, tipo un Uber che porta uno zucchero chiamato fruttosio nelle cellule intestinali.
Tra gli zuccheri, quello del latte non può essere scisso dal team amilasi e quindi prosegue verso il colon, i cui batteri lo fanno fermentare. Più zucchero del latte gli dai, e più i batteri producono gas. Nel colon, il lattosio attira parecchia acqua ed ecco perché se ingerisci grandi quantità di lattosio potresti dover correre alla toilette (pronunciare alla francese).
INTOLLERANZA AL LATTOSIO E ALLERGIE AL LATTE E/O AI LATTICINI
La differenza è la stessa dell’esempio della zia. Le intolleranze sono dovute a un assorbimento incompleto dei nutrienti e causano fastidi non infiammatori nel tratto digerente. Per chi è intollerante al lattosio non è pericoloso consumarlo: è solo, appunto, fastidioso. Invece le allergie sono risposte INFIAMMATORIE del sistema immunitario che possono arrivare a influenzare i sistemi in tutto il corpo.
INTOLLERANZA AL FRUTTOSIO
Colpisce fino al 30% di noi e riguarda appunto il fruttosio, uno zucchero spesso contenuto nel cibo, aggiunto a caramelle e bibite sotto forma di sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio (HFCS).
Per portare il fruttosio dalla bocca giù fino all’intestino tenue lungo il tubo digerente e poi nel flusso sanguigno, il tuo organismo ha bisogno di trasportatori specifici. Chi è intollerante al fruttosio è come se avesse i trasportatori in ferie, in sciopero, oppure in burn-out, il che fa sì che il fruttosio in eccesso non venga assorbito come dovrebbe. Da cui, ecco i sintomi di gonfiore, gas, e diarrea (proprio come nel caso dell’intolleranza al lattosio).
I SOSTITUTIVI DELLO ZUCCHERO: POLIOLI O ALCOLI
Un sostituto dello zucchero sembra zucchero ma non è (cit. Pollon combina guai) e il tuo corpo fa fatica ad assorbirlo.
Può essere il classico zucchero sintetico come il sorbitolo (E 420), il mannitolo (E 421), l'isomalto (E 965) e lo xilitolo (E967).
Ma si trova anche - naturalmente - in alcuni tipi di frutta (avocado e prugne) e verdura (cavolfiori). Poiché gli alcoli di zucchero non vengono assorbiti nell'intestino tenue, arrivano nel colon e si mettono a disposizione dei batteri per la fermentazione. Quando la dose è eccessiva, portano agli stessi sintomi di cui sopra, compresa la diarrea (e infatti, alcuni sostitutivi dello zucchero sono usati/commerciali proprio come lassativi).
L’effetto lassativo delle prugne è dovuto proprio al relativo alcol di zucchero chiamato sorbitolo.
LE FIBRE
Dicesi “fibra” ogni tipo di carboidrato contenuto nei vegetali che il tuo corpo (come il mio e quello degli altri umani) non può scomporre:
le bucce della frutta, della verdura e dei fagioli;
crusca di cereali integrali;
rivestimenti di semi;
i pezzettini appunto fibrosi nelle verdure a foglia, nell'ananas e nel sedano.
Alcuni tipi di fibra sono più fermentabili1 di altri e vengono chiamati FODMAP. Non è detto che lo facciano, perché dipende dal tipo di batteri che vivono in te: se per qualcuno una pasta e fagioli conduce solo a qualche puzzetta in più rispetto alla norma, per altri, potrebbe essere l’inizio di una sofferenza che durerà per giorni.
QUALI SONO LE CAUSE DELLE INTOLLERANZE AI CARBOIDRATI?
La risposta più sensata è dipende.
Dipende da chi sei tu e da come funziona il tuo organismo.
Certe intolleranze potrebbero comparire “da sole”, altre potrebbero essere un effetto collaterale di qualcosa che non va nel tuo corpo.
Per esempio, potresti essere predisposto a produrre meno enzimi col passare degli anni e quindi a un certo punto diventare intollerante a un certo zucchero.
Oppure, l’intolleranza potrebbe derivare da un’indigestione classica (ne abbiamo parlato qui). In questo caso, l’intolleranza potrebbe essere solo passeggera.
Come capire se è arrivata un’intolleranza alimentare?
Se a un certo punto ti accorgi che alcuni cibi zuccherini (latticini con lattosio, frutta, bevande e dolci con fruttosio, alcune verdure, grano, fagioli, ecc.) ti provocano un sacco di gas e gonfiore, potrebbe trattarsi di SIBO2 (ne abbiamo parlato qui e qui).
Nei prossimi post parleremo di come comportarci quando un certo tipo di zucchero comincia a darci fastidio. Se invece hai fretta e non vuoi aspettare sabato prossimo, scrivimi per raccontarmi cosa ti tormenta.
In pratica, significa che ti possono portare a produrre più gas.
SIBO: Small Intestine Bacterial Overgrowth, super crescita batterica dell’intestino tenue. Ecco i sintomi:
Gonfiore addominale basso, sotto l’ombelico, dopo ogni pasto e spesso a prescindere da cosa mangi;
crampi fastidiosi e/o dolorosi;
un sacco di gas che deve uscire e quando lo fa è davvero puzzolentissimo;
feci che cambiano colore (un tono di marrone più chiaro, o più aranciato del solito che fa pandant con l’autunno ma non è che sia proprio uno spettacolo) e consistenza (cacca appiccicosa che si spalma ovunque invece di scivolare via come al solito);
evacuazione che lascia prurito e fastidio, come se espellessi roba piccante